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Anm; nessuna barbarie
respingiamo l'attacco

Berlusconi condannato per frode fiscale

"Respingiamo con fermezza attacchi e offese: non si può assolutamente parlare di sentenza politica e barbarie". Lo afferma il presidente dell'Anm, Rodolfo Sabelli, replicando alle critiche sulla sentenza Mediaset arrivate dall'ex premier Berlusconi e esprimendo "solidarietà" ai magistrati di Milano.

"Esprimo solidarietà ai magistrati di Milano, destinatari ancora una volta di offese di fronte alle quali hanno sempre reagito con compostezza", ha aggiunto Sabelli poco prima del Comitato direttivo dell'Anm. E rispetto alle critiche arrivate in questi giorni anche su altre sentenze come quella sul terremoto dell'Aquila, "Il problema - ha detto - non sono le critiche, che sono sempre consentite, ma devono essere critiche composte". Sabelli ha detto inoltre che di questo tema "discuteremo oggi nel Comitato direttivo".

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Quattro anni di carcere. E' una condanna pesante, ancora più alta della richiesta della Procura, quella per Silvio Berlusconi, accusato, come "dominus indiscusso del gruppo", di essere stato il beneficiario dei fondi neri creati con "un'imponente evasione fiscale" attraverso il "sistema" della compravendita dei diritti tv Mediaset da lui creato e gestito anche dopo il suo ingresso in politica. Vicenda per la quale Fedele Confalonieri, a differenza del leader del Pdl che ha beneficiato di tre anni di indulto, è stato assolto con formula piena. Gli avvocati Niccolò Ghedini e Piero Longo hanno parlato di decisione "assolutamente incredibile che va contro le risultanze processuali", mentre l'ex premier di "accanimento" dei giudici.

La sentenza, arrivata al temine di un processo che tra una sospensione e l'altra si è trascinato per sei anni, è stata 'firmata' dai giudici della prima sezione penale del Tribunale di Milano, Edoardo D'Avossa, presidente del collegio, Maria Teresa Guadagnino e Irene Lupo. Dopo quattro giorni di camera di consiglio, in un palazzo di Giustizia oramai semi vuoto ma in un'aula - quella che è stata teatro di un altro processo a carico dell'ex premier, sul caso Sme - 'stracolma' di avvocati, giornalisti e cameraman, i giudici a metà pomeriggio hanno pronunciato il loro verdetto. L'ex capo del Governo, imputato di frode fiscale per 7,3 milioni di imposta evasa al netto degli anni coperti da prescrizione, è stato ritenuto colpevole così come gli allora manager Daniele Lorenzano (3 anni e 8 mesi) e Gabriella Galetto (1 anno e 2 mesi) e il produttore statunitense, suo "socio occulto", Frank Agrama (3 anni): tutti insieme dovranno versare 10 milioni di euro all'Agenzia delle Entrate a titolo di provvisionale. In più l'ex presidente del Consiglio si è visto interdire per 5 anni dai pubblici uffici e, tra l'altro, per 3 dagli uffici direttivi delle imprese (una pena accessoria che scatterà casomai la sentenza dovesse diventare definitiva).

La severa condanna di Berlusconi, la quarta in primo grado su 33 processi e che verrà impugnata entro 15 giorni dalla difesa, si fonda, come hanno spiegato i giudici nelle loro motivazioni contestuali, sul fatto che fu lui a ideare, creare e sviluppare il "sistema che consentiva la disponibilità di denaro separato da Fininvest ed occulto". Un sistema, quello della compravendita dei diritti tv, "congegnato e strutturato con mezzi e modalità" da chi aveva "un potere indiscusso e generale" con un "duplice fine": una "imponente evasione fiscale" e la "fuoriuscita" di denaro "a favore di Silvio Berlusconi", il "dominus indiscusso del gruppo" e proprio colui che aveva quel "potere indiscusso" e "necessario per alimentare, ovunque ve ne fosse la necessità, l'operatività del meccanismo delittuoso".

Insomma l'ex capo dell'esecutivo viene indicato come il principale responsabile di un sistema illegale: è sua, per i magistrati, "la pacifica e diretta responsabilità" nello "sviluppo del sistema" che avrebbe portato avanti anche dopo il suo ingresso in politica con "una particolare capacità a delinquere mostrata nel perseguire il disegno criminoso" e con cui si sarebbe arricchito ai danni dello Stato ma anche del suo stesso gruppo, per altro, truffato. Assolti invece con formula piena, oltre a Confalonieri, anche Giorgio dal Negro e Marco Colombo, mentre è stata dichiarata la prescrizione del reato per altre quattro persone tra cui il fondatore di Arner Bank.

Con la sentenza i giudici milanesi hanno tagliato il traguardo del primo grado. Entro 15 giorni i difensori dell'ex capo del Governo ricorreranno in appello. Si aprirà dunque un nuovo capitolo di un processo che alla fine del 2014 verrà sepolto dalla prescrizione.

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