"Secondo una prima stima siamo 150.000 in piazza". A riferirlo alcuni organizzatori del No Monti Day.
La testa del corteo del No Monti Day é arrivata in Piazza S.Giovanni. Tante le bandiere rosse sventolate in piazza, sia del sindacato Usb che del partito di Rifondazione Comunista. I manifestanti, alla guida del 'serpentone', partiti da Piazza della Repubblica, hanno sfilato per via Cavour, via Merulana e via Emanuele Filiberto.
Lo spezzone del corteo degli studenti e dei centri sociali una volta giunto a piazza San Giovanni ha deviato imboccando via Carlo Felice, una strada non prevista nel percorso della manifestazione No Monti Day. I manifestanti sono decisi ora a sfilare, come hanno spiegato ai megafoni, in un "corteo selvaggio". Al passaggio del 'corte selvaggio' alcuni ragazzi incappucciati e vestiti di nero hanno rovesciato dei cassonetti contenenti vetro, portando via bottiglie. I manifestanti del 'corteo selvaggio' hanno bloccato la tangenziale est. Il corteo ha imboccato la tangenziale all'altezza dello scalo di San Lorenzo, in direzione Tiburtina. Il traffico, in quella direzione, è bloccato.
"Con l'Europa che si ribella, cacciamo il governo Monti". Il corteo è aperto da questo striscione. I manifestanti hanno imboccato via Cavour per dirigersi verso Piazza San Giovanni, destinazione finale del corteo. Ad organizzare la giornata di protesta, sindacati, partiti politici, movimenti e associazioni, tutti insieme per dire no alla precarietà, ai licenziamenti e alla disoccupazione.
Negozi chiusi e saracinesche abbassate in via Merulana e dintorni. I commercianti della zona, interessata dal passaggio del corteo 'No Monti day', impauriti dalle voci di una possibile 'guerriglia urbana' dei black bloc, hanno deciso di chiudere le loro attività. "Meglio non rischiare - ha commentato un pizzaiolo mentre chiudeva il suo locale - i black bloc sono pericolosi e non vorrei ritrovarmi la pizzeria distrutta". "Oggi ho lavorato solo mezza giornata - ha spiegato il proprietario dello storico panificio Panella in via Merulana - non sono il solo ad aver preso questa decisione, siamo in tanti, quasi tutti. L'anno scorso diversi negozi sono stati danneggiati, dal fioraio alla profumeria più avanti. Hanno avuto vetri rotti e saracinesche spaccate".
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