"Una devastazione inimmaginabile": sono le parole pronunciate in una drammatica conferenza stampa dal governatore del New Jersey, Chris Christie. Parole che spiegano efficacemente le conseguenze della furia con cui l'uragano Sandy si è abbattuto sulla costa orientale degli Stati Uniti, portando morte e distruzione. Il bilancio è terribile: almeno 48 vittime, di cui 18 a New York (ma il bilancio sale di ora in ora); 8 milioni di americani al buio (molti dei quali senza acqua); e danni incalcolabili che qualcuno azzarda a quantificare: fino a 50 miliardi di dollari, una delle catastrofi naturali più costose della storia. Il presidente americano, Barack Obama, ha dichiarato lo stato di calamità per lo Stato di New York e il New Jersey e, ora che la tempesta è passata, sottolinea come l'emergenza non sia per niente finita. La Grande Mela è paralizzata, Manhattan isolata, centinaia di migliaia di newyorkesi senza luce.
La rete dei trasporti e quella elettrica hanno infatti subito "danni senza precedenti", ha spiegato il sindaco Michael Bloomberg, e ci vorranno giorni perché si possa tornare alla normalità. Dunque, ancora scuole e uffici pubblici chiusi. Non si lavora nemmeno al Palazzo di Vetro dell'Onu, mentre Wall Street si appresta a riaprire i battenti dopo due giorni di stop. Impossibile per molti newyorkesi recarsi al lavoro. Parecchie stazioni della metropolitana sono allagate e restano inagibili. E se i ponti che uniscono Manhattan alla terraferma sono stati riaperti, restano chiusi i tunnel che passano sotto l'Hudson e sotto l'East River, anch'essi invasi dall'acqua. Come gli aeroporti La Guardia e JFK, che restano fermi con migliaia di voli cancellati. A New York i momenti più drammatici si sono però vissuti nel Queens, dove un vasto incendio ha distrutto almeno 80 abitazioni, con oltre 200 vigili del fuoco che hanno faticato per domare le fiamme. Per fortuna in questo caso nessuna vittima. Ma è sicuramente il New Jersey la regione più colpita da Sandy: "Non ho mai visto nulla di simile", ha ammesso il governatore Christie, elencando i gravi danni subiti da tutte le infrastrutture: strade, ponti, ferrovie, scuole.
E lodando a sorpresa il presidente Obama, avversario in politica: "Mi ha detto di chiamarlo direttamente se avessi avuto bisogno di qualsiasi cosa. Apprezzo la sua leadership". E ad Obama - che domani sarà proprio in New Jersey - il governatore chiederà più risorse per fronteggiare un'emergenza che non è ancora terminata, con decine di operazioni in corso per trarre in salvo persone e famiglie intrappolate dall'acqua che in alcune zone ha raggiunto i quattro metri. In particolare, Atlantic City - la Las Vegas della costa orientale con i suoi casinò e le sue sale da gioco - è in ginocchio. Mentre località balneari come Jersey Shore sono completamente sommerse. Ci vorrà molto tempo perché si torni alla normalità, per ricostruire ciò che è stato travolto dai venti e dalle piogge portate da Sandy. Qualche preoccupazione anche sul fronte delle centrali nucleari. Nessun allarme, ma allerta massima sì.
Tre reattori nello Stato di New York e in New Jersey sono stati spenti, e non ripartiranno fino a che non ci saranno di nuovo tutte le condizioni di massima sicurezza. E, sempre in New Jersey, l'impianto di Oyster Creek - il più vecchio degli Stati Uniti e già spento per lavori di manutenzione - è 'sorvegliato speciale' da parte degli esperti della Nuclear Regulatory Commission (NCP). Una situazione, insomma, ancora molto critica, a una settimana esatta dall'Election Day in cui - a questo punto tra mille difficoltà per molti americani - si dovrà decidere chi sarà il presidente degli Stati Uniti per i prossimi quattro anni. Qualcuno azzarda un'ipotesi remota: il rinvio del voto. Ma per ora ad essere cancellata dalle zone colpite dall'uragano è solo la sentitissima festa di Halloween.