Lunedì 23 Dicembre 2024

Legge di stabilità
Pioggia di emendamenti

'Piovono' emendamenti sulla legge di stabilità. La Commissione Bilancio (il termine per presentarli scadeva ieri alle 18) ne ha contati circa 1.600. Sono le proposte di modifica dei deputati non ci sono quindi gli emendamenti dei relatori e gli eventuali emendamenti del Governo.

VIA TAGLI IRPEF MA STOP AUMENTO IVA 10%

Governo e maggioranza trovano l'intesa e riscrivono la Legge di Stabilità. Addio ai mini tagli alle aliquote Irpef ma in compenso arriva la sterilizzazione dell'aliquota Iva al 10%, che interessa i beni di largo consumo, così come sono in cantiere misure a favore della riduzione del cuneo fiscale. Inoltre la stretta sul fronte delle detrazioni e delle deduzioni non sarà retroattiva scattandò solo dal 2013. Ancora aperta invece, anche se di difficile soluzione, la trattativa per la revisione delle franchigie e del tetto agli sconti fiscali.

L'accordo viene sancito nel corso di una riunione di due ore alla Camera fra il ministro dell'Economia Vittorio Grilli e i relatori al provvedimento (Renato Brunetta del Pdl, Pier Paolo Baretta del Pd e Amedeo Ciccanti dell'Udc) ma già al mattino il titolare del Tesoro aveva fatto capire la propria disponibilità pur difendendo la scelta di incidere sulle aliquote Irpef: "Sono molto ottimista - aveva detto in occasione della Giornata del Risparmio - che il governo e il Parlamento riusciranno a trovare insieme le migliori soluzioni condivise".

L'esame del provvedimento e delle novità entrerà nel vivo solo la prossima settimana, quando in commissione Bilancio della Camera arriverà quella che si preannuncia come una valanga di emendamenti. Il termine per la presentazione delle proposte di modifica è scaduto in serata e i funzionari sono ancora alle prese con i conteggi ma i pronostici parlano di migliaia di modifiche. La questione chiave, come sempre, sono le risorse. Il passo indietro sulle aliquote Irpef 'libera' circa 4 miliardi di euro, di cui la metà serve a coprire la sterilizzazione di una delle due aliquote Iva (quella del 10%) che dal prossimo luglio sono altrimenti destinate a salire di un punto. Dei due miliardi che restano, uno però serve per scongiurare la retroattività del giro di vite in materia di detrazioni e quindi a conti fatti, salvo reperire nuovi fondi, a disposizione resta un miliardo che servirà per la riduzione del cuneo. Nel 2013, assicura Baretta, "tutto andrà ai lavoratori", dipendenti e autonomi, e solo dal 2014 una parte delle risorse potrebbe essere destinata a far diminuire la pressione dell'Irap.

Tra le questioni che restano aperte, invece, quella del tetto e delle franchigie alle detrazioni e deduzioni: il ministro Grilli, secondo quanto viene riferito, avrebbe rilanciato la palla nel campo della maggioranza invitandola a cimentarsi con il capitolo della revisione delle cosiddette tax expenditures e con l'agenda Giavazzi.

Macro misure fiscali a parte, il governo - sempre secondo quanto viene riferito - avrebbe dato la propria disponibilità poi anche a rivedere l'incremento dell'Iva per le cooperative sociali, che oggi godono dell'aliquota agevolata al 4% e che però potrebbero far incappare l'Italia in una infrazione europea. Il problema infatti potrebbe essere rinviato, mantenendo il regime attuale inalterato per il 2013 e lasciando il dossier nelle mani del prossimo Esecutivo. E sempre con un occhio al sociale arriva la revisione della destinazione del cosiddetto Fondo Palazzo Chigi da 900 milioni.

In attesa che l'iter entri nel vivo, intanto la maggioranza mostra tutta la propria la soddisfazione: il Pd parla di "passo in avanti significativo", il Pdl di "riscrittura intelligente" mentre l'Udc punta i fari sulla maggiore attenzione "all'equità attraverso la crescita".

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