Tutto è accaduto nella notte della sentenza. Quando non erano passate nemmeno 24 ore dalle storiche condanne inflitte in abbreviato dal gup Salvatore Mastroeni a capi, gregari e fiancheggiatori della cupola mafiosa barcellonese, in tutto sedici imputati, un gruppo di vigliacchi ha pensato bene durante la notte tra il 31 ottobre e il 1. novembre di collocare una corda sistemata a mo’ di cappio davanti la porta della studio professionale di Barcellona dell’avvocato Tommaso Calderone, ovvero uno dei penalisti più preparati e in vista della città, nonché difensore da anni di molti esponenti della criminalità organizzata barcellonese, e impegnato nella difesa di imputati nei procedimenti “Pozzo” e Gotha”. Un segnale gravissimo e inquietante nelle ore immediatamente successive alla sentenza, che il legale ha scoperto la mattina del 1. novembre quando si è
recato nel suo studio, in un appartamento di Palazzo Bellinvia. Pochi minuti è già c’erano sul posto i carabinieri della Compagnia di Barcellona, la vicenda è seguita dal procuratore di Barcellona Salvatore De Luca e una relazione di segnalazione è stata inviata anche alla Direzione distrettuale antimafia di Messina per le eventuali implicazioni del gesto, anche in tema di Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza.