La showgirl Belen Rodriguez, l'ex sottogretario Daniela Santanché e il giornalista Carlo Rossella. Sono i tre 'assi' calati oggi al processo sul caso Ruby dalla difesa di Silvio Berlusconi: la prima - che rispondendo alle domande dei cronisti ha negato di aver trascorso in passato una notte con l'ex premier - era chiamata a smentire - e così ha fatto - una parte dei racconti messi a verbale dalla minorenne marocchina, mentre l'esponente Pdl ha giurato di non aver "mai visto giovani ragazze" ad Arcore; il presidente di Medusa, dal canto suo, le ha viste ballare e cantare, ma "mai a seno nudo". Un 'parterre' di vip, dunque, per smontare l'ipotesi d'accusa dei presunti festini a luci rosse, ma non solo. Dai difensori dell'ex premier è arrivato anche un 'colpo' a sorpresa con l'obiettivo di far leggere ai giudici sotto un'altra luce l'ormai famosa notte passata da Ruby in Questura, che si concluse col suo affidamento a Nicole Minetti. L'avvocato Niccolò Ghedini, infatti, ha fatto acquisire agli atti del dibattimento una relazione firmata dal procuratore presso il Tribunale dei Minorenni di Milano, Monica Frediani, nella quale, in sostanza, il magistrato mette nero su bianco che i funzionari di via Fatebenefratelli quella sera operarono in modo regolare: potevano, insomma, affidare la minorenne marocchina alla consigliera regionale. Una ricostruzione, quella del capo della Procura minorile (oggi è stata convocata in aula come teste dalla difesa, ma non ha dovuto rispondere perché sono state acquisite agli atti tre sue relazioni) in contrasto con ciò che ha sempre sostenuto il pm Annamaria Fiorillo, che era di turno quella notte, tra il 27 e il 28 maggio 2010, e che aveva disposto per Ruby il collocamento in comunità. "Nella prassi dell'ufficio - ha scritto Frediani in una relazione datata 16 novembre 2010 - non è insolito che adolescenti, in assenza di un genitore o parente a cui affidarli, siano temporaneamente affidati in via di urgenza e temporanea a soggetto maggiorenne", come un "vicino di casa" o un "conoscente". Per Frediani, quindi, "l'intervento operato in data 27 maggio 2010 appare riconducibile alle procedure normalmente adottate nei confronti dei cosiddetti 'minori non accompagnati' (...) attuati non per limitare la libertà personale del minore ma per offrire, in via d'urgenza un sostegno". Il magistrato, infatti, spiega anche che Caterina Pasquino, ex amica di Ruby, "non risultava avere sporta alcuna denuncia" per furto a carico della marocchina. Quel tipo di interventi 'senza denuncia', dunque, si legge ancora nella relazione, "competono alla 'pubblica autorita'' e non al pubblico ministero", che ha invece solo "un ruolo consultivo". Sulle serate ad Arcore, invece, la difesa ha 'interpellato' Rossella: "Berlusconi cantava - ha raccontato il giornalista - parlava della sua vita, e le ragazze andavano a complimentarsi con lui. Non le ho mai viste in atteggiamenti di natura sessuale". Poco prima Santanché aveva chiarito di non aver "mai visto giovani ragazze nel corso delle cene e degli incontri a cui ho partecipato con Berlusconi". E parlando coi cronisti all'uscita aveva definito una "farsa" il processo a carico dell'ex premier. Riguardo a Belen, la soubrette - pantaloni color vinaccia, camicia chiara, blazer nero, scarpe da ginnastica - è stata subito 'bersagliata' dai cameraman e dai fotografi al suo arrivo al palazzo di giustizia ed è apparsa innervosita. Davanti ai giudici ha spiegato di non aver mai frequentato Arcore (Ruby, invece, in un verbale l'aveva data per 'presente' a una delle serate) e di essere stata solo un'estate, nel 2007, a casa dell'ex presidente del Consiglio in Sardegna per una sorta di concerto. Ai giornalisti, terminata la deposizione, ha detto: "Questo è un dovere civile, sono stata chiamata e sono venuta a testimoniare". Mai trascorso una notte con Berlusconi, ha aggiunto. Il processo riprenderà lunedì prossimo 12 novembre con l'audizione tra l'altro delle ex ministre Maria Stella Gelmini e Mara Carfagna, citate come testimoni dalla difesa.