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Obama avanti su Romney
con i Grandi elettori

L'Election Day è arrivato. L'America vota per il nuovo presidente in quelle che potrebbero essere le elezioni più incerte della sua storia. Anche più del 2000, quando tra Bush e Al Gore si sfiorò il pareggio. Tutti i sondaggi, a meno di 24 dall'apertura dei seggi, confermano il testa a testa: da Gallup, che dà il candidato repubblicano avanti di appena un punto, a Wall Street Journal/Nbc e Washington Post/Abc, che a loro volta danno Obama avanti di un punto. Anche se a far sperare gli obamiani è il dato sul numero dei grandi elettori assegnati in base agli ultimi sondaggi: 303 Obama, 235 Romney. 

Per conquistare la Casa Bianca ce ne vogliono 270 e il presidente - secondo i calcoli del sito specializzato RealClearPolitics.com - è in vantaggio di ben 68 lunghezze. Anche perché in Ohio - lo 'swing state' che molto probabilmente sarà decisivo per la vittoria finale - Obama continua a rimanere in testa dai due ai tre punti. Ma, arrivati alla vigilia del voto, i due candidati non hanno più tempo per guardare ai sondaggi. Il tempo per fare calcoli é finito. Gli ultimi blitz sono negli Stati ancora in bilico, ma già si respira un'aria da fine campagna elettorale: più rilassatezza, ma anche molta stanchezza, mentre si dà fondo alle ultime energie per gli ultimi accorati appelli agli elettori indecisi. Quello di Obama è un gran finale: Wisconsin, Ohio e Iowa. Sul palco a fianco a lui Bill Clinton, la First Lady Michelle e Bruce Springsteen, che esalta la folla con alcuni dei suoi brani più celebri. Comizi-concerto, con 'The Boss' ospitato a bordo dell'Air Force One. "Io lotto per la libertà degli americani", urla Obama con una voce roca che tradisce lo sforzo enorme compiuto negli ultimi giorni, con un tour de force forsennato da una parte all'altra degli Stati Uniti. "Gli americani non dovrebbero combattere per avere un posto di lavoro", afferma, e "queste elezioni non sono solo una scelta tra politiche diverse, ma una scelta di fiducia". Il presidente non ci sta a mollare ora: "In questi ultimi quattro anni ho lavorato duro e abbiamo fatto progressi reali, ma resta ancora molto da fare. Per questo sto lottando per avere il secondo mandato. Non si può tornare indietro". Lui ha deciso di seguire le elezioni dalla sua Chicago, dove si trova il quartier generale della campagna democratica, giocando a basket per ingannare il tempo e stemperare la tensione. L'avversario Mitt Romney, invece, anche nel giorno del voto, a stringere mani in Pennsylvania e Ohio, prima di andare nella sua roccaforte di Boston con la moglie Ann e i cinque figli. 

"Ancora un giorno e l'America tornerà a ruggire", è il suo ultimo messaggio ai sostenitori, ai quali assicura: "E' l'ora della svolta, vi porterò fuori dalla crisi. Basta parole inutili, è arrivato il momento di agire". Mitt - partito che nessuno gli dava un dollaro - ora ci crede. Sa che è difficile, ma ci crede. "Io manterrò le promesse e rappresenterò l'intera nazione", dice volendosi gettare definitivamente alle spalle la famosa gaffe del 47% degli americani di cui non gli importa nulla. "E se Obama non ha risolto i problemi, io lo farò", promette. Ci siamo. Dalle due di notte in Italia di mercoledì potrebbe arrivare l'annuncio di chi guiderà l'America nei prossimi quattro anni. Subito dopo gli exit poll di Stati come Florida e Ohio. A meno che l'incubo pareggio non si materializzi davvero.

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