Di denaro, nella casse di Messinambiente, è arrivato solo quello appena sufficiente per pagare il netto in busta ai dipendenti della mensilità di settembre. Il commissario liquidatore ha così potuto placare le maestranze che non percepivano lo stipendio da oltre due mesi, ma non gli è rimasto un solo centesimo per pagare né i contributi previdenziali, né i fornitori. Così sono due i mesi scoperti, anche ad agosto, infatti, causa le asfittiche casse, non era stato possibile far fronte agli impegni previdenziali. “L’Ato 3 ci ha preso in giro ancora una volta”, questo l’amaro sfogo del commissario di Messinambiente che ieri mattina in prefettura aveva avuto garanzie sul trasferimento di circa 2 milioni e mezzo di euro da parte della società d’ambito. “Così non si può andare avanti” ha tagliato corto non sapendo come fronteggiare la crisi che attanaglia Messinambiente. Alle dimissioni stanno pensando invece tutti i membri del collegio dei revisori dei conti che domattina si riuniranno nella sede di via Dogali. Oltre a non potere pagare gli oneri previdenziali, scrive Di Maria in una lettera inviata stamani al commissario Croce e al Prefetto Trotta, non è possibile mantenere gli impegni presi con gran parte dei fornitori che non ci fanno più credito. In particolare si evidenzia la gravità del mancato pagamento delle finanziarie che gravano sulle buste paga dei dipendenti, l’imminente blocco dei trasporti in discarica da parte della ditta incaricata, il possibile ritiro dei mezzi da poco acquistati e non ancora pagati ed il ritiro dei mezzi a noleggio. Nella lettera, Di Maria stigmatizza il comportamento definito contraddittorio e inspiegabile, del liquidatore dell’Ato 3, che sta comportando il totale blocco dell’azienda che, malgrado le tante difficoltà, stava recuperando l’emergenza che si era venuta a creare. Insomma la querelle tra i due enti che fanno capo al comune continua anche dopo l’avvicendamento al vertice dell’Ato 3. Di questi mancati o tardivi trasferimenti di risorse da una cassa all’altra si sente parlare ormai da un paio di anni senza riuscire a venirne a capo. E pensare che i diretti interessati appena ieri, si erano incontrati in prefettura dinnanzi alle massime autorità cittadine, testimoni anche i rappresentanti sindacali. Sembrava tutto facile, lo stesso Croce, dopo le frecciate lanciate nella sua conferenza stampa, e l’assunzione di responsabilità manifestata all’Ato 3 in prefettura, facevano ipotizzare la fine dell’empasse. Ed invece, tutto come prima. Forse sarebbe il caso di cambiare strategia.
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