"Siamo molto dispiaciuti della mancata firma della Cgil, si tratta di motivazioni che oggettivamente non tengono". E' quanto ha detto il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, a proposito dell'accordo sulla produttività raggiunto ieri sera che la Cgil non ha firmato. L'accordo firmato ieri sera ha precisato ancora Passera "é un accordo che raccoglie vastissimo consenso fatto per favorire aziende e lavoratori contro la crisi", sottolineando come con l'intesa "vengono meno taluni blocchi del aossato che impedivano la crescita"e si tratti di un passo importante sulla competitività. "Abbiamo cercato di coinvolgere al parte più ampia possibile di lavoratori", ha detto poi il ministro "ed ho cercato di spiegare quanto importante potesse essere questo accordo fino all'ultimo momento alla Cgil". Rispondendo ad una domanda Passera ha sottolineato poi come "l'unità sindacale è un valore sopratutto nei momenti di difficoltà ma non deve essere tale da porre giudizi di veto che in alcuni casi non sono giustificati".
E' fallito il pressing del Governo sulla Cgil per firmare l'accordo sulla produttività: l'intesa é stata siglata formalmente da imprese e sindacati ad esclusione dell'organizzazione guidata da Susanna Camusso che ha confermato le sue perplessità sul documento a partire per il rischio che comporta "di riduzione dei salari reali dei lavoratori".
Di più: secondo il leader della Cgil l'Esecutivo continua a scaricare sul lavoro i costi e le scelte per uscire dalla crisi e questa è stata "un'occasione persa". La numero uno di Corso d'Italia ha inoltre escluso, come auspicato dallo stesso premier Mario Monti, un'adesione a posteriori all'intesa.
Il Governo ha invece apprezzato il lavoro svolto dalle parti e annunciato che ci sono le condizioni per confermare l'impegno sulle risorse stanziate nella legge di stabilità sulla riduzione fiscale del salario di produttività (2,1 miliardi nel complesso).
La Cgil, preoccupata per lo spostamento del baricentro sulla contrattazione aziendale che l'accordo prevede ha detto chiaramente al Governo che la strada scelta "é sbagliata". E' "un altro intervento che aumenta la recessione", ha detto Camusso. Il Governo ha preso atto delle decisioni della Cgil e si è augurato che ci sia, ha detto Monti, "non un ripensamento ma una evoluzione del pensiero".
Nell'accordo sulla produttività a partire dalla valorizzazione della contrattazione di secondo livello ci sono "cose molto concrete" per il ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera che si è detto convinto che l'accordo porterà con se "più salario e più occupazione". Dello stesso avviso è il numero uno della Cisl, Raffaele Bonanni tra i primi a dire sì all'accordo già sabato scorso mentre la Uil ha atteso lunedì chiedendo al Governo impegni precisi sul mantenimento della detassazione del salario di produttività al 10%.
"Siamo soddisfatti - ha detto Bonanni - siamo riusciti a definire quello che serve per ridare slancio al Paese. Si dà forza ai salari". Secondo Angeletti l'accordo è utile per "uscire dalla trappola nella quale siamo caduti dagli anni Novanta di bassa produttività e bassi salari" e dovrebbe essere d'aiuto per l'aumento delle retribuzioni. Sulla stessa linea il nuero uno dell'Ugl, Giovanni Centrella, l'intesa porterà più posti di lavoro e salari più alti", ha detto.
La Confindustria, dispiaciuta per la mancata firma della Cgil, con il presidente, Giorgio Squinzi ha sottolineato l'intesa sia "un elemento nuovo nelle relazioni industriali" e come si apra ora una "nuova fase di sviluppo e occupazione". Rete imprese con il presidente di turno Giorgio Guerrini ha parlato di "buon accordo" mentre il presidente di Alleanza delle cooperative Luigi Marino ha parlato di piccolo passo nella giusta direzione".