Il corpo dell'operaio dell'Ilva disperso in seguito alla tromba d'aria che ha colpito lo stabilimento mercoledì scorso, è stato appena recuperato dai sommozzatori dei vigili del fuoco. Il corpo era all'interno della cabina della gru finita in mare. Francesco Zaccaria, di 29 anni - nato a Taranto e residente nella frazione di Talsano - era scomparso nelle acque di mar Grande, all'altezza del quinto sporgente del porto industriale, nell'area demaniale concessa all'Ilva.
Approda in Cdm il decreto legge sull'Ilva per consentire la ripresa della produzione nello stabilimento di Taranto e "conciliare la tutela dell'occupazione e dell'ambiente e il rispetto della magistratura", assicura il premier Mario Monti al tavolo con le parti sociali, l'azienda e gli enti locali. Una strada per evitare "un impatto negativo sull'economia stimato in 8 miliardi di euro annui".
Il rischio, avverte il presidente dell'azienda, Bruno Ferrante, sarebbe la chiusura anche del sito di Genova, che "può continuare a vivere ancora per una settimana". E proprio a Genova e' terminata l'assemblea dei lavoratori dello stabilimento indetta ieri sera al termine del vertice a Roma tra Governo e sindacati sul decreto legge 'salva-Ilva' e dopo i tafferugli davanti alla prefettura durante i quali un operaio è rimasto ferito. Gli operai e gli impiegati, un migliaio di persone, hanno iniziato il corteo bloccando la rampa di accesso dell'aeroporto di Genova. Il corteo, al quale potrebbero unirsi gli operai di Ansaldo, procede verso il centro città.
Ma anche il destino degli altri stabilimenti del gruppo sarebbe "segnato" (Novi Ligure sopravivrebbe due settimane, Racconigi tre) e a crollare sarebbe "tutto l'indotto". Lo stesso ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, sottolinea che "l'urgenza è diventata stringente perché sta per bloccarsi un'intera filiera". Quella del dl, dunque, è la strada che il governo conferma: "Chi ritiene che non si stia applicando la legge può rivolgersi alla Corte Costituzionale", tira dritto il ministro dell'Ambiente, Corrado Clini, ribadendo che "é falso dire che ci sia un conflitto con la magistratura". Anche perché "un'eventuale disapplicazione delle leggi nazionali, che recepiscono direttive europee, fa entrare l'Italia in procedura d'infrazione e di violazione del diritto comunitario".
L'Anm auspica che "sia compiuto ogni sforzo" per trovare "fuori da logiche di scontro, soluzioni che contemperino la tutela della salute con quella dell'occupazione, nel pieno rispetto delle attribuzioni che la Costituzione" dà alle Autorità politiche e alla magistratura. Un eventuale ricorso alla Consulta "rappresenta un aggravamento della situazione, non l'avvio della soluzione", osserva il presidente della Regione Puglia, Nichi Vendola. Sul caso dell'Ilva "l'Italia si gioca il futuro industriale e manifatturiero", ammonisce anche il presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi.
E' "un'emergenza straordinaria e straordinaria deve essere la nostra azione", chiede il leader della Cisl, Raffaele Bonanni. La vicenda "sta per diventare una tragedia dal punto di vista occupazionale ed economico e si rischia di distruggere la credibilità del Paese", rincara il segretario generale della Uil, Luigi Angeletti. Mentre secondo il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso, serve anche una "responsabilità pubblica".
Intanto in serata ci sono stati tafferugli tra polizia e operai dell'Ilva di Genova che stanno operando un presidio davanti alla prefettura. Notizie provenienti da Roma hanno indotto alcuni operai a cercare di occupare la prefettura ma sono stati respinti dalla polizia. Un operaio e' stato colpito alla testa e ora si trova in ospedale dove e' stato medicato per una ferita lacero-contusa.
E mentre a palazzo Chigi si decideva il destino dell'acciaio italiano, in piazza Montecitorio un gruppo di operai Ilva giunti a Roma, da Genova, Taranto, Novi Ligure, Racconigi ha protestato contro la classe politica. "Parassiti", "ladri", "assassini", "classe politica di ladri", che "non da risposte" e che "sa solo rubare" erano gli slogan. "Siete voi la rovina dell'Italia - hanno detto i manifestanti - siamo qui per il nostro lavoro e per il nostro futuro, che voi ci state rubando". I manifestanti hanno intonato cori contro Monti, il ministro Fornero e i Riva, proprietari della fabbrica di Taranto.