"Nove Paesi si sono schierati ieri dalla parte della verità e della pace. La storia li vedrà sotto una luce positiva, devono essere lodati": questo oggi il commento del premier israeliano Benyamin Netanyahu al voto sulla Palestina all'Onu, conclusosi con 138 'sì', 41 astensioni e 9 pareri contrari, fra cui quello di Israele. Netanyahu ha di nuovo biasimato il discorso "velenoso" del presidente dell'Anp Abu Mazen: "un uomo di pace - ha detto - non parla così".
''Da Abu Mazen non usciranno intese di pace", ha lamentato da parte sua il viceministro degli esteri Dany Ayalon (del partito Israel Beitenu), secondo cui ieri il presidente dell'Anp "ha cancellato 4.000 anni di storia del popolo ebraico, rappresentandoci come conquistatori" e si è identificato con leader palestinesi "contrari a compromessi". In merito ha menzionato il Mufti di Gerusalemme del secolo scorso Haj Amin al-Husseini ed il presidente Yasser Arafat. In un'intervista radio, Ayalon ha sostenuto che la sconfitta diplomatica di Israele non è stata così netta come appariva in un primo momento e che anzi "proprio i palestinesi non hanno tratto guadagno dal voto della scorsa notte". "Quando il fumo virtuale si diraderà - ha previsto - scopriranno di avere ora di fronte un Israele più rigido e più pedante" nella attuazione degli accordi passati.
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