Il solito Faraone. E la solita macchia arbitrale. Ma prima di tutto, una colossale sciocchezza di Barrientos. La vittoria del Milan a Catania per 3 reti a 1, nuova tappa dell'operazione di rilancio rossonero, ha tre snodi fondamentali. L'evitabilissimo cartellino rosso rimediato dal 'Pitu' - protagonista ormai da settimane di un periodo nero, tra sostituzioni e panchine sgradite, tweet al veleno e prestazioni sotto tono - è l'episodio chiave che cambia la storia di una partita che sino a quel punto aveva visto il Catania capace di gestire il vantaggio ottenuto con Legrottaglie senza rischiare troppo. Il calcione rifilato dall'argentino a Nocerino a palla ormai fuori portata è l'aiuto non richiesto che spiana alla strada alla formazione di Allegri.
La seconda circostanza favorevole ai rossoneri porta invece la firma del guardalinee Rosi, che non si avvede del chiaro fuorigioco di Robinho in occasione del tocco che prolunga il cross di Boateng sino al El Shaarawy, lesto a battere a rete per il provvisorio pareggio. E qui si arriva al piccolo, grande Faraone. Decisivo come sempre e ancor più saldo sul trono dei bomber. Per 45 minuti il capocannoniere (ora a quota 12) fatica, come peraltro i compagni, a farsi luce, ma in superiorità numerica trova gli spazi utili per fare male venendo fermato da Andujar una prima volta, ma piazzando nei minuti di recupero l'affondo risolutivo con un pregevole destro a giro, fondamentale per spegnere le speranze etnee, riaccese dal rosso rimediato pochi istanti prima da Boateng per un intervento su Castro. Il 3-1 esalta i progetti di risalita milanisti e deprime il desiderio di riscatto del Catania, che dopo la brutta sconfitta nel derby puntava a una prestazione e a un risultato di spessore per cancellare la serata di Palermo.
Le cose sembravano essersi messe bene per la formazione di Maran, presto avanti nonostante l'emergenza dovuta alle numerose assenze. Un perentorio colpo di testa di Legrottaglie, lasciato libero di staccare addirittura in terzo tempo su corner di Lodi, sblocca subito il risultato. In svantaggio, il Milan alza il baricentro ma non sfonda. Andujar, protetto a dovere da una difesa attenta, trascorre un primo tempo tranquillo. L'espulsione di Barrientos cambia tutto. In tre minuti, il Milan piazza l'uno-due che capovolge il risultato, ma la prima rete fa arrabbiare non poco giocatori e tifosi etnei. Inutili le proteste per il chiaro off side di Robinho, seguite da un coro echeggiato anche qualche settimana fa da queste parti ("Ladri! Ladri!") in occasione della tanto discussa sfida con la Juventus.
Un film già visto che riporta alla mente i torti arbitrali subiti contro le big e mette sotto pressione il Catania, colpito poco dopo da una precisa conclusione di Boateng, che per il suo primo gol stagionale (come Legrottaglie) si regala un pezzo d'autore con un calibrato destro dal limite. Il Catania accusa il colpo, rischia di incassare la terza rete (Andujar salva a tu per tu con El Shaarawy) e poi prova il tutto per tutto passando al 3-4-2 con Bellusci terzo difensore al posto di Almiron, Paglialunga, al debutto assoluto in Serie A, in mezzo e Castro in appoggio a Bergessio. Robinho divora il gol della sicurezza calciando alle stelle da pochi passi a conclusione di un contropiede, Emanuelson fa altrettanto spedendo sul palo un pallone finitogli sui piedi in mischia, ma alla fine, dopo il rosso sventolato dal fischiatissimo Orsato a Boateng per un intervento su Castro, arriva il solito El Shaarawy a chiudere i conti.
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