"Consideriamo conclusa l'esperienza di questo governo. Questo non ha nulla a che fare con la persona di Monti, con il suo servire le Istituzioni e con con sua lealtà nelle forze politiche e con noi in particolare". Lo afferma il segretario del Pdl Angelino Alfano in aula alla Camera. "Ieri non abbiamo votato la sfiducia" al governo "perché avremmo causato l'abisso dell'esercizio provvisorio. Vogliamo concludere ordinatamente questa legislatura" senza strappi e senza "mandare le istituzioni e il Paese allo scatafascio".
Il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, ha ricevuto questa mattina al Quirinale il segretario del Popolo della Libertà, Angelino Alfano, con i capigruppo del Senato, Maurizio Gasparri, e della Camera, Fabrizio Cicchitto. Anche il presidente del Senato Renato Schifani è andato al Quirinale e il presidente della Camera, Gianfranco Fini, dovrebbe essere ricevuto in giornata dal presidente della Repubblica. Non sarà, però, in mattinata visto che il presidente di Montecitorio è impegnato a presiedere l'Aula.
Il leader del Pd Pier Luigi Bersani e quello dell'Udc Pierferdinando Casini, secondo quanto si apprende, saranno ricevuti in giornata al Quirinale. lntanto il presidente del Consiglio Mario Monti ha lasciato Roma diretto a Milano dove stasera assisterà alla prima della Scala.
SEVERINO, CLIMA POLITICO NON TOCCA NOSTRO IMPEGNO -"L'impegno del governo non è in alcun modo toccato da questa atmosfera che si sente" e continua a lavorare "con grandissima serenità". Così il ministro della giustizia Paola Severino a margine del Consiglio Ue giustizia.
ALFANO, GOVERNO RISPETTI IMPEGNI SU GIUSTIZIA - "Il governo non ha avuto la forza di mantenere gli impegni presi sull'abuso delle intercettazioni e sulla resposanbilità civile dei magistrati" e vorremmo che il governo utilizzasse le "ultime settimane" per mantenere gli impegni presi. Lo dice il segretario del Pdl Angelino Alfano, intervenendo in Aula alla Camera.
Da parte di questo governo "sono stati compiti alcuni errori e i principali glieli ha fatti compiere il Pd", aggiunge citando ad esempio la riforma del mercato del lavoro sulla quale il Pd ha agito "sotto il diktat della Cgil a sua volta sotto il diktat della Fiom".
BERSANI, RESPONSABILI MA NON SOSTERREMO PROPAGANDA PDL - "Noi abbiamo una parola sola e saremo leali e siamo pronti a esserlo fino alla fine della legislatura. Leali nel sostegno al governo e alle indicazioni del capo dello Stato. Ma non siamo ingenui e non ci mettiamo sulle spalle il peso della vostra propaganda". Così il leader del Pd Pier Luigi Bersani rivolgendosi al Pdl in Aula.
"Non penserete mica che la medicina possa venire da Berlusconi, Tremonti e Calderoli quelli che ci hanno portato fino a qui. Oggi è successo qualcosa di più profondo: qui muore la speranza che il centrodestra italiano possa fare un cambiamento e innovazione. E' la speranza che muore, noi ci prendiamo l'impegno a costruire una politica nuova, non demagogica", aggiunge.
CASINI, PDL TOLTA FIDUCIA SOLO PER CALCOLI ELETTORALI -"Il Pdl ha tolto la fiducia ha Monti dalla sera alla mattina solo per calcolo elettorale. O per motivi connessi a provvedimenti che si stanno varando". Lo ha sottolineato il leader dell'Udc, Pier Ferdinando Casini intervenendo in aula alla Camera. Attaccando più volte Berlusconi pur senza mai citarlo, Casini ha aggiunto che si annuncia da parte del Pdl "una campagna elettorale fatta di falsità e di veleni".
"Guai, se cedendo ad una strategia logorante il Governo si rassegnasse a tirare a campare. Il Governo non può diventare il parafulmine di questi giochi irresponsabili fatti sulla pelle degli italiani", ha aggiunto Casini, che ha confermato che il suo partito continuerà a "privilegiare il dialogo con le forze che sostengono questo Governo".
PDL MOLLA MAGGIORANZA, GOVERNO IN BILICO - di Giuliana Palieri
Traballa il governo sotto i colpi inferti da Silvio Berlusconi e dai suoi dopo la nuova parola d'ordine partita da palazzo Grazioli all'indomani dello strappo del Cavaliere contro un governo - dice - che lungi dal sanare il paese lo avrebbe portato sull'orlo del baratro. E nella giornata della doppia fiducia al governo (sul decreto Sviluppo e sui costi della politica), per l'ex premier è stato facile impugnare il coltello dalla parte del manico mettendo l'esecutivo di Monti con le spalle al muro. Ma il professore non si è fatto intimorire e si è posto in fiduciosa attesa rispetto alle prossime mosse del Quirinale che certo chiamerà presto a rapporto tutti leader delle forze politiche della maggioranza. Il Colle infatti ha bisogno ora di sondare le forze politiche per poi decidere i passi successivi (pesa tra l'altro il requiem sulla riforma elettorale) anche se il governo ha alla fine incassato ancora una volta la fiducia (doppia ma 'mutilata').
A formalizzare lo strappo, tenendo però il governo sulla corda (il Pdl ha infatti assicurato il numero legale) è stato ieri in mattinata il capogruppo al Senato Maurizio Gasparri che ha annunciato l'astensione sulla fiducia al dl Sviluppo: non una rottura - ha spiegato - ma una presa di distanza netta e totale. Una mossa inaspettata che si è prestata ad una doppia lettura: poco prima, infatti il ministro Corrado Passera, bollato da Fabrizio Cicchitto come "untorello", aveva commentato negativamente l'annunciato ritorno in campo di Berlusconi ('se si va indietro non è un bene per l'Italià). Parole che avevano subito scatenato la reazione dei fedelissimi del Cav.
Ma anche altro bolliva in pentola: proprio ieri mattina si era riunito il consiglio dei ministri per il travagliato parto delle cosiddette liste pulite, ossia le norme sulla incandidabilità, quelle che tagliano le gambe a chi con la fedina sporca pensa comunque di sbarcare in Parlamento. Si capisce, dunque, come e perché il centrodestra abbia collocato una bomba a orologeria a palazzo Chigi.
Ad accendere la miccia, poi, è stato il capogruppo del Pdl alla Camera nella dichiarazione di voto sul Dl sui costi della politica. Fabrizio Cicchitto nell'annunciare l'astensione del partito ha rovesciato il tavolo : "la misura è colma" - ha tuonato - perché il governo ha "boicottato" gli impegni come quello sulle intercettazioni. Ha quindi tirato un bilancio totalmente negativo sull'operato del governo ('zero crescita, zero equita").
Monti, mitragliato dal centrodestra è stato però protetto dal 'paladino' Casini e anche dall"incalzante' Bersani: il leader Udc e il segretario Pd hanno fatto asse e dopo un vertice serale hanno espresso comune "preoccupazione" per la linea del Pdl contro l'esecutivo Monti, temendo soprattutto per la situazione economica e finanziaria del paese. Bersani ha ribadito la sua lealtà fino alla fine della legislatura ma ha anche confermato l'approccio sereno rispetto alla prospettiva di un voto anticipato. Il Prof, per parte sua non ha perso il tradizionale aplomb e non ha mostrato preoccupazione per il destino del suo governo. Ha detto che in attesa delle valutazioni di Napolitano e dell'esito dell'incontro che stamane il presidente della Repubblica avrà con il segretario del Pdl Angelino Alfano, il governo va avanti con il suo lavoro. Ma intanto ieri il capo dello Stato ha bacchettato le forze politiche per le "convulsioni" di cui sono preda, che rischiano di "bruciare" i buoni risultati fin qui conseguiti. Guai - ha ammonito - mandare "tutto a picco".