Il decreto sul riordino delle Province non sara' convertito: e' quanto e' stato deciso all'unanimita' dai partecipanti ai lavori della Commissione Affari Costituzionali del Senato, conclusasi pochi minuti fa, alla presenza tra gli altri di ministri Filippo Patroni Griffi e Piero Giarda.
Nella giornata di domani verra' in ogni caso convocata una riunione dei capigruppo presso il Senato per esaminare le possibili vie di uscita, ma secondo i senatori che questa sera hanno preso parte alla riunione in Commissione Affari Costituzionali, sono poche le possibilita' di poter convertire il provvedimento a causa del numero eccessivo dei sub-emendamenti pari in tutto a 140.
"Il governo ha fatto ciò che doveva fare, ma la situazione non si poteva sbrogliare come del resto hanno confermato questa sera i capigruppo in Commissione": lo ha riferito il ministro per la Pubblica amministrazione Filippo Patroni Griffi al termine della riunione della Commissione Affari Costituzionali, che doveva esaminare emendamenti e sub-emendamenti al decreto 188. "Il governo ha fatto insieme al Parlamento un buon lavoro fino alla spending review - ha spiegato un deluso Patroni Griffi - ma poi si sono imposti alcuni 'giochi' in Parlamento".
"Probabilmente è il destino di questi mesi, ma anche questa sera abbiamo perso un'altra occasione importante": così il presidente della Commissione Affari Costituzionali del Senato, Carlo Vizzini, commenta il nulla di fatto sul riordino delle Province. "Senza polemiche credo che in questi mesi si sia fatto uno sforzo per trovare al meglio le condizioni per approvare il provvedimento", ha spiegato al termine dei lavori della Commissione. "La tristezza è maggiore se penso all'occasione persa oggi e al fatto che domani il Paese - ha concluso - si prepara ad incontrare l' 'amico Porcellum' ". Vizzini ha poi informato che i lavori della Commissione di domani mattina sono stati convocati. (ANSA).