Le date segnate col cerchio rosso al Viminale sono due: 17-18 febbraio oppure 24-25 febbraio. Sono le due possibilità per un election day che può comprendere politiche, regionali ed amministrative o - nello scenario più ristretto - limitarsi alle politiche più regionali di Lombardia e Molise. Ma l'accelerazione impressa dal Pdl alla fine della legislatura ha delineato la strada del Governo: si va a votare il più presto possibile, per dare subito ai cittadini un nuovo esecutivo ed accorpando, dove si può, gli appuntamenti con le urne per risparmiare risorse. Il percorso per arrivare all'election day non è tuttavia semplice: ci vuole un accordo politico e poi ci devono essere i tempi tecnici, che sono molto stretti. Allo stato, ha detto oggi il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, "certamente ci sarà l'accorpamento di politiche con le regionali in Lombardia e Molise, mentre per il Lazio c'é una sentenza del Tar che per ora impone il voto il 3 e 4 febbraio. Se il Tar decidesse per un'altra data saremmo ben felici di adeguarla all'election day. Ci sarebbe un risparmio notevole". Ed il Tar del Lazio deciderà entro dopodomani sul ricorso del Codacons che chiede di abbinare le regionali con le politiche. I giorni possibili per la tornata elettorale unica, ha aggiunto il ministro, potrebbero essere "l'ultima o la penultima domenica di febbraio, a secondo di quando il presidente della Repubblica scioglierà le Camere". Quanto alle amministrative, previste in primavera in più di 600 Comuni, tra cui Roma ed altri 14 capoluoghi di provincia (complessivamente oltre 7 milioni e mezzo di italiani coinvolti), per arrivare al voto anticipato a febbraio occorre un decreto legge che anticipi la 'finestra' elettorale per legge prevista tra il 15 aprile ed il 15 giugno. Ed un decreto del genere, un Governo dimissionario lo può approvare solo se c'é un accordo in Parlamento. "Con l'Anci", ha fatto sapere Cancellieri, "ci stiamo ragionando per verificare se ci sono le condizioni o meno". Il presidente dell'Associazione dei Comuni, Graziano Del Rio, si è detto però contrario. "Ritengo - spiega - non si debba fare troppa confusione tra politiche e amministrative. Le elezioni in febbraio potrebbero poi mettere a rischio la chiusura dei bilanci in molti Comuni". E critiche sono arrivate anche dal presidente della Lombardia, Roberto Formigoni. "Il ministro Cancellieri fa incomprensibili distinguo: Lazio a urne per conto suo, Lombardia e Molise a urne insieme alle politiche. Perché mai?", si chiede il governatore. Al di là delle polemiche, sarà il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a dettare i tempi del voto. A lui spetta infatti decidere lo scioglimento delle Camere. Un atto che dovrebbe arrivare prima di Natale, dopo l'approvazione della legge di stabilità. Per poter votare il 17 e 18 febbraio il decreto presidenziale di scioglimento delle Camere deve avvenire tra il 9 dicembre ed il 3 gennaio. Per il 24 e 25 febbraio si sposta tutto di una settimana: scioglimento tra il 16 dicembre ed il 10 gennaio. (ANSA).
NE/
Le date segnate col cerchio rosso al Viminale sono due: 17-18 febbraio oppure 24-25 febbraio. Sono le due possibilità per un election day che può comprendere politiche, regionali ed amministrative o - nello scenario più ristretto - limitarsi alle politiche più regionali di Lombardia e Molise. Ma l'accelerazione impressa dal Pdl alla fine della legislatura ha delineato la strada del Governo: si va a votare il più presto possibile, per dare subito ai cittadini un nuovo esecutivo ed accorpando, dove si può, gli appuntamenti con le urne per risparmiare risorse. Il percorso per arrivare all'election day non è tuttavia semplice: ci vuole un accordo politico e poi ci devono essere i tempi tecnici, che sono molto stretti. Allo stato, ha detto oggi il ministro dell'Interno, Annamaria Cancellieri, "certamente ci sarà l'accorpamento di politiche con le regionali in Lombardia e Molise, mentre per il Lazio c'é una sentenza del Tar che per ora impone il voto il 3 e 4 febbraio. Se il Tar decidesse per un'altra data saremmo ben felici di adeguarla all'election day. Ci sarebbe un risparmio notevole". Ed il Tar del Lazio deciderà entro dopodomani sul ricorso del Codacons che chiede di abbinare le regionali con le politiche. I giorni possibili per la tornata elettorale unica, ha aggiunto il ministro, potrebbero essere "l'ultima o la penultima domenica di febbraio, a secondo di quando il presidente della Repubblica scioglierà le Camere". Quanto alle amministrative, previste in primavera in più di 600 Comuni, tra cui Roma ed altri 14 capoluoghi di provincia (complessivamente oltre 7 milioni e mezzo di italiani coinvolti), per arrivare al voto anticipato a febbraio occorre un decreto legge che anticipi la 'finestra' elettorale per legge prevista tra il 15 aprile ed il 15 giugno. Ed un decreto del genere, un Governo dimissionario lo può approvare solo se c'é un accordo in Parlamento. "Con l'Anci", ha fatto sapere Cancellieri, "ci stiamo ragionando per verificare se ci sono le condizioni o meno". Il presidente dell'Associazione dei Comuni, Graziano Del Rio, si è detto però contrario. "Ritengo - spiega - non si debba fare troppa confusione tra politiche e amministrative. Le elezioni in febbraio potrebbero poi mettere a rischio la chiusura dei bilanci in molti Comuni". E critiche sono arrivate anche dal presidente della Lombardia, Roberto Formigoni. "Il ministro Cancellieri fa incomprensibili distinguo: Lazio a urne per conto suo, Lombardia e Molise a urne insieme alle politiche. Perché mai?", si chiede il governatore. Al di là delle polemiche, sarà il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, a dettare i tempi del voto. A lui spetta infatti decidere lo scioglimento delle Camere. Un atto che dovrebbe arrivare prima di Natale, dopo l'approvazione della legge di stabilità. Per poter votare il 17 e 18 febbraio il decreto presidenziale di scioglimento delle Camere deve avvenire tra il 9 dicembre ed il 3 gennaio. Per il 24 e 25 febbraio si sposta tutto di una settimana: scioglimento tra il 16 dicembre ed il 10 gennaio. (ANSA). NE/