Il comunicato ufficiale della DIA di Messina
La Direzione Investigativa Antimafia di Messina ha eseguito un provvedimento di sequestro beni e quote societarie – per un valore di mercato stimato in circa 2 milioni di euro – emesso dalla Sezione Misure di Prevenzione del Tribunale di Messina a carico del latitante BARRESI Filippo, ritenuto elemento al vertice della famiglia mafiosa dei “barcellonesi”, operante sul versante tirrenico della provincia di Messina.
La misura di prevenzione patrimoniale scaturisce da accertamenti condotti dalla D.I.A. di Messina sotto la direzione ed il coordinamento del Procuratore Capo, Dr. Guido LO FORTE e dei Sostituti Procuratori della Repubblica presso la locale D.D.A. di Messina, Dr. Vito di GIORGIO e Dr. Angelo CAVALLO.
Il 57enne BARRESI è personaggio di indubbio spessore criminale, comprovato anche dallo stato di latitanza che ormai perdura dal giugno 2011, quando lo stesso si è sottratto all’esecuzione dell’ordinanza cautelare emessa nell’ambito dell’operazione “GOTHA” che ha “decapitato” il clan dei “barcellonesi”.
Già noto dai primi anni ’70 alle Forze di polizia per vicende giudiziarie per reati contro il patrimonio, strage, tentata estorsione, associazione per delinquere, detenzione illegale di armi, esplosivi e munizioni, lesioni personali, associazione a delinquere finalizzata alla consumazione di reati in tema di stupefacenti, tanto da essere sottoposto per due volte alla misura della diffida e alla sorveglianza speciale di p.s. con obbligo di soggiorno nel Comune di Barcellona per 3 anni, il BARRESI è stato coinvolto nei principali procedimenti penali nei confronti delle associazioni mafiose operanti nella zona tirrenico - nebroidea della provincia dello stretto, quali quelli “Mare Nostrum”, “Icaro” e “Gotha”.
In quest’ultima operazione, il BARRESI è stato colpito dalla misura custodiale di massimo rigore con ordinanza emessa dal Tribunale di Messina del 16.6.2011 perché gravemente indiziato di partecipare, in posizione verticistica, all’associazione di stampo mafioso dei “barcellonesi” per il periodo successivo al 1995.
In tale contesto criminale, Filippo BARRESI è stato descritto dai recenti collaboratori di giustizia BISOGNANO, GULLO, TRUSCELLO e CASTRO come elemento di vertice all’interno del sodalizio criminale, secondo solo al noto Giovanni RAO e accusato in prima persona di essere stato l’esecutore materiale di alcuni omicidi avvenuti nei primi anni ’90 durante la guerra di mafia nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto. Lo stesso viene indicato inoltre come direttamente interessato ad attività estorsive.
Il sequestro ha riguardato l’intero capitale ed il compendio aziendale:
dell’’impresa vivaistica “LO MONACO Nunziata” con sede in Barcellona P.G. (ME)
della quota di diritto di azioni di 2.500 euro pari al 25% del capitale sociale, detenute da BARRESI Maria della “SALOON S.a.s. di CUCE’ Vera & C.” con sede in Barcellona P.G. (ME), avente per oggetto sociale, tra l’altro, la “…. gestione di bar, paninoteche, ristoranti, pizzerie ..”,
nonché:
di 8 terreni agricoli ubicati a Barcellona P.G. e Castroreale, intestati, interamente o parzialmente, a Lo Monaco Nunziata ampi complessivamente 185 are circa
di 2 fabbricati intestati alla LO MONACO, ubicati a Castroreale e Barcellona P.G.;
di 2 motocicli, un’autovettura e un autocarro intestati alla LO MONACO, nonché due vetture intestate alle figlie BARRESI Maria e BARRESI Cristina;
di conti correnti (saldi attivi), titoli e altre forme di investimento finanziario.
Gli accertamenti investigativi, che hanno consentito l’emissione del suddetto provvedimento di sequestro dei beni - per un valore stimato di 2 milioni di euro - hanno evidenziato come il BARRESI fosse il reale gestore del vivaio formalmente intestato alla moglie e, inoltre, che i fondi rustici destinati all’esercizio dell’attività d’impresa, i beni immobili intestati alla moglie, i veicoli citati, così come l’immobile adibito a civile abitazione sito in Barcellona P.G. (ME) Via Milite Ignoto e la quota azionaria della società Saloon s.a.s. di Cucè Vera e C., detenuta dalla figlia BARRESI Maria, “costituiscano il reimpiego dei proventi dell’attività criminosa esercitata dal BARRESI.
L’odierno risultato rappresenta un’importante conferma di un precedente provvedimento di sequestro preventivo ex art. 321 c.p.p. avvenuto nel giugno 2011 nell’ambito dell’operazione “Gotha”.