Sotto l'attacco del Pdl c'era già da tempo. Ma dopo i suoi tweet che rendono praticamente ufficiale la sua 'salita'' in politica, Mario Monti vede raddoppiato il vigore con cui il partito di Berlusconi lo contesta. Perché ormai il premier è a tutti gli effetti un avversario elettorale. E agli avversari non si fanno sconti. Berlusconi stronca l'agenda Monti come "una continuazione della politica del governo tecnico, su ispirazione della Germania. Una cura sbagliata, che ha portato ai numeri che conosciamo, con risultati negativi". Poi respinge le critiche di Monti sulla sua credibilità in Europa: "Non è vero che Berlusconi veniva irriso - dice parlando di se stesso in terza persona - è vero anzi che veniva temuto". Per Berlusconi Monti é sempre più un potenziale alleato della sinistra. E dunque va contrastato con ogni mezzo. Anche bollando come "menzogna e falsità " l'affermazione di Monti secondo cui l'Italia con il precedente governo era a un passo dal baratro; o ripetendo che il suo addio a palazzo Chigi è stato il frutto di una "congiura". Senza tralasciare l'offensiva sull'abolizione dell'Imu, che colpisce il "bene sacro" della casa. Conscio della difficoltà di ribaltare i pronostici, Berlusconi gioca le sue carte con la Lega: il pressing verso il carroccio si spinge fino a offrire ai leghisti un patto per portare uno di loro alla vicepresidenza del consiglio. A patto però, chiarisce Berlusconi, che la Lega dia un contributo significativo nella campagna elettorale. Proposta che non viene respinta; anzi, a testimonianza che qualcosa si muove, l'ex ministro del Carroccio Roberto Calderoli fa una sua controproposta: alleanza Pdl-Lega con Berlusconi leader e Tremonti candidato premier, per vincere sia in Lombardia e probabilmente anche a livello nazionale. "Ora il Pdl - avverte - si dia una mossa, dopo essere stato scaricato e schiaffeggiato da Monti". Il Pdl dà manforte al suo leader bersagliando Monti di critiche sulla sua politica economica e sul suo programma fiscale, sotto attacco perché, come sottolinea Angelino Alfano, non solo non prevede l'abolizione dell'Imu ma vuole addirittura la patrimoniale ("se dovesse realizzare questa agenda per le famiglie si preparerebbero tempi preoccupanti"). Ma è soprattutto l'idea che il Professore possa condurre la campagna elettorale da Palazzo Chigi, attaccando da quella posizione Berlusconi, che scatena la rabbia del Pdl. Perché è vero che Monti ha rassegnato le dimissioni nelle mani di Napolitano, ma è altrettanto vero che quest'ultimo lo ha lasciato in carica per il disbrigo degli affari correnti. Al Pdl non basta che Monti sia, fino all'arrivo del nuovo governo, un premier a mezzo servizio. Secondo il capogruppo Fabrizio Cicchitto, la "salita" di Monti in politica rappresenta "un vulnus politico e istituzionale" che diventerebbe "lacerante" "qualora Monti sviluppasse una campagna elettorale alla guida di uno schieramento centrista contro il Pdl e la facesse utilizzando la carica di Presidente del Consiglio alla quale è stato nominato proprio con il concorso dello stesso Pdl". Concetti analoghi li esprime l'altro capogruppo Gasparri secondo cui Monti "delegittima la sua presenza a Palazzo Chigi": essa, secondo Gasparri, diventa funzionale a "manovre" che sono "funzionali alla sinistra". Il partito di Berlusconi vorrebbe che a questo punto il premier facesse le valigie e lasciasse il suo incarico "a una personalità istituzionale", come suggerisce il senatore pidiellino Lauro: il presidente del senato Renato Schifani seconda carica dello Stato, per il partito di Berlusconi sarebbe il candidato ideale.(ANSA)