Massimiliano Latorre e Salvatore Girone, i due marò italiani accusati dalle autorità indiane di aver ucciso due pescatori, sono in Procura, a Roma, per essere interrogati, in qualità di indagati, dal pubblico ministero Elisabetta Ceniccola, titolare del procedimento aperto in Italia per omicidio volontario
I Marò hanno una sola parola: torneranno in India. Al termine della licenza di due settimane concessa dall'Alta corte del Kerala (scadra' dopodomani, 4 gennaio), il barese Salvatore Girone e il tarantino Massimiliano Latorre non si sottrarranno agli impegni presi dall'Italia e faranno ritorno nel Paese asiatico dopo aver trascorso in famiglia le vacanze natalizie in un clima di trepidazione misto a speranza.
''La licenza di due settimane - dice al telefono all'ANSA, con voce ferma, la moglie del maro' barese, Vania Girone - scade tra due giorni. Loro hanno una parola: rientreranno in India con l'auspicio che, in breve tempo, la loro vicenda possa avere una soluzione positiva''. ''Siamo sempre stati fiduciosi - aggiunge - e continuiamo assolutamente ad esserlo perche' confidiamo che questa brutta storia possa avere al piu' presto termine''. La moglie del fuciliere non precisa ne' la tempistica ne' qual è il programma del rientro in India dei due e smentisce che alcuni familiari possano accompagnarli a destinazione. Stesso tenore di dichiarazioni sono espresse a Taranto dai parenti di Latorre. ''Sono militari - sottolinea il nipote Christian D'Addario - nessun dubbio sul fatto che Massimiliano e Salvatore rientreranno in India. Partiranno. La nostra speranza e' che questa vicenda possa concludersi presto e bene''.