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Scompare aereo,
a bordo Missoni
e altri tre italiani

Non si hanno piu' notizie da ieri mattina di un piccolo aereo da turismo scomparso dall'arcipelago di Los Roques in Venezuela: a bordo tra i quattro italiani Vittorio Missoni, il figlio maggiore dello stilista Ottavio Missoni, e la moglie Maurizia Castiglioni. Insieme a loro una coppia di amici, Elda Scalvenzi e Guido Foresti.

"L'unica cosa che sappiamo - dice Pietro Foresti, figlio di Elda Scalvenzi e Guido Foresti - è che hanno interrotto le ricerche". Guido Foresti ed Elda Scalvenzi sono di Pralboino, un paese della Bassa bresciana. Abitano in via Martiri della Libertà al civico 47. Hanno due figli, Pietro di 21 e Cesare di 17 anni, studenti universitari. "Non rilasciamo interviste, lasciateci un attimo di pausa", ha detto un parente che è entrato nel portone con il volto teso per la preoccupazione. Al momento il clima è di attesa, e la famiglia è in attesa di novità su quanto accaduto ai coniugi.

Vittorio Missoni è responsabile commerciale dell'azienda ed è considerato l'ambasciatore della griffe nel mondo. I due piloti sono German Merchane e Juan Fernandez.

Oltre ai quattro italiani a bordo, il gruppo dei connazionali in Venezuela era composto anche da altre due persone che si sono imbarcate a Los Roques su un altro volo e che si trovano a Caracas. L'aereo era decollato dallo scalo di Los Roques e doveva atterrare all'aeroporto internazionale Simon Bolivar di Maiquetia, circa 20 chilometri da Caracas. A sparire in un punto non lontano dall'arcipelago è stato un piccolo bimotore britannico Norman BN2 di colore bianco con le sigle YV2615 BN-2, hanno reso noto le autorità, che con l'arrivo della notte hanno dovuto sospendere le ricerche, le quali - hanno precisato fonti diplomatiche - riprenderanno oggi di prima mattina.

LE RICERCHE - Nella zona sono state impegnate diverse imbarcazioni e due-tre aerei venezuelani. La Farnesina ha attivato i canali di informazione nel paese e il consolato italiano, in raccordo con l'Unità di crisi, è in stretto contatto con Caracas. "L'ultimo contatto dell'aereo si è verificato a 10 miglia nautiche da Los Roques", ha precisato il ministro degli interni e giustizia venezuelano, Nestor Reverol, precisando che "il gruppo aveva trascorso Natale e l'ultimo dell'anno nell'arcipelago".

ATTESA A SUMIRAGO: 'MISSONI GRANDE FAMIGLIA' - Sconcerto e dolore a Sumirago, piccolo comune del Varesotto dove i Missoni da anni hanno sia l'abitazione sia la sede della loro azienda. La notizia è arrivata con le prima telefonate dei giornalisti in Municipio. "Non ne sapevamo nulla - hanno risposto all'ufficio anagrafe - conosciamo la famiglia Missoni, é una grande famiglia, anche se non tutti vivono ancora qui". A Sumirago Ottavio Missoni, il fondatore della griffe, si trasferì decenni fa con la moglie Rosita, che è originaria della vicina Gallarate. "Trasferirsi qui sicuramente ha cambiato la storia della mia famiglia - disse Ottavio in una intervista rilasciata ad un quotidiano per i suoi 90 anni, nel 2011 - avere vicino casa e bottega ti dà una grande serenità".

IL CASO DEL 2008, SEMPRE UN 4 GENNAIO - Nel 2008 - con una sinistra coincidenza, anche in questo caso un 4 gennaio - le acque di Los Roques furono al centro di un'altra misteriosa vicenda: un velivolo di turismo della compagnia Transaven con a bordo otto italiani scomparve mentre era in volo da Caracas in avvicinamento all'arcipelago. Dell'aereo si sono perse le tracce. Anche quella volta lo scenario fu l'arcipelago venezuelano e il giorno è d'altra parte lo stesso: il 4 gennaio. A diversi anni dalla sua scomparsa, la sorte del piccolo aereo (un bimotore Let 410 della compagnia Transaven) - e dei suoi 14 passeggeri - di cui otto italiani - resta ancora un caso irrisolto. Qualche giorno fa, il settimanale Oggi ha riportato le trascrizioni del via libera al decollo da parte della torre di controllo, sottolineando che le persone a bordo erano 18 e non 14. Questo avvalorerebbe - viene precisato - l'ipotesi che i 4 passeggeri 'in piu'' sarebbero stati narcotrafficanti che avrebbero dirottato il velivolo da utilizzare successivamente per il trasporto di cocaina. Fino ad oggi l'unico cadavere ad essere stato ritrovato è quello del copilota, il 37enne Osmel Alfredo Avila Otamendi. Dell'aereo e degli altri passeggeri - tra cui anche 3 venezuelani e uno svizzero - non è stata rinvenuta alcuna traccia.

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