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Dissesto Comune,
"The Day After"

L’ufficialità è arrivata ieri all’ora di pranzo , quando la commissaria Prefettizia Margherita Catalano ha adottato quella delibera di dichiarazione di dissesto che il consiglio comunale di Milazzo non aveva voluto sottoscrivere. Il default è diventata una certezza. Ma a palazzo dell’Aquila non è stata scritta la parola fine. Non si danno per vinti i consiglieri comunali che vogliono impugnare gli atti propedeutici alla dichiarazione di dissesto e nelle more intendono ottenere dal Tar di Catania una sospensiva che salvi Milazzo dal fallimento e loro dal decadimento.

Su altre posizione l’amministrazione Pino. Il sindaco, in tempi non sospetti, aveva parlato di una decisione ineludibile a proposito della dichiarazione di dissesto del  comune che lui guida, per il secondo mandato , da due anni. La sua posizione è "meglio gli effetti del dissesto che quelli del Salva enti" che - sostiene l'Assessore Al Bilancio Pippo Midili  -  a differenza di Messina,  non darebbero che un brodino alla fredde casse di Milazzo. 30 i milioni di buco dai quali comunque il comune mamertino dovrà rientrare in dieci anni attraverso una doppio bilancio. Quello ordinario che sarà sempre in capo a Pino ed alla sua giunta e quello di estinzione dei debiti della OSL , Organo di Straordinario di liquidazione nominato dal Ministero dell’interno.

I consiglieri comunali, guidati dal Presidente Saro Pergolizzi -  sono ancora certi di poter rovesciare al tribunale amministrativo l’esito di una vicenda – dissesto sì  dissesto no - che prosegue di fatto da quando Pino si è insediato.  Prima che la commissaria Prefettizia Catalano, dichiarasse il dissesto era arrivato il parere vincolante della corte dei Conti a novembre e l’ultimatum del Prefetto al Consiglio comunale perché adottasse la delibera entro il 31 dicembre.  Carmelo Pino,  Nino Nastasi, Lorenzo Italiano ed ancora Pino i sindaci che si sono susseguiti dall’inizio della seconda repubblica fino al giorno del giudizio che ha reso Milazzo il primo comune siciliano a finire  in default  dopo l’ingresso della nuova legge. 

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