A 72 ore dall'attacco del commando di estremisti islamici all'impianto algerino di gas in In Amenas, resta l'incertezza sul numero di ostaggi ancora nelle mani dei terroristi mentre rimbalza la notizia che nel sito sono stati ritrovati anche 15 corpi carbonizzati di cui, al momento, non si conosce la nazionalità. Dalle principali cancellerie europee prosegue intanto il 'bilancio' dei dispersi: non ci dovrebbero essere altri ostaggi francesi fa sapere Parigi mentre la Norvegia annuncia che due dei suoi concittadini sono 'illesi' (facendo scendere a sei il numero dei suoi dispersi) e Bucarest parla di tre suoi lavoratori in salvo.
Dopo il blitz delle forze algerine, nel quale sono morte diverse persone (tra le 12 e le 30 vittime, tra cui anche un americano), i terroristi, legati ad Al Qaida e probabilmente di provenienza dal Niger, restano comunque ancora asserragliati dentro il compound: chiedono uno scambio tra prigionieri e la fine dell'intervento militare francese in Mali. Intervento per il quale oggi la Francia ha fatto sapere di essere pronta anche ad aumentare il proprio contingente sul campo, portandolo oltre le 2.500 unità finora previste, ma precisando che devono essere le truppe africane a prendere il posto di quelle transalpine. Tornando al sito petrolifero sotto assedio al momento, gli ostaggi o dispersi - secondo le ultime informazioni, tutte da verificare - sarebbero almeno 30, tutti stranieri, ma è un bilancio al momento difficile da confermare considerando che altri fonti parlando di 'solo' sette. Così come non è ancora chiaro il numero delle persone liberate.
Tra questi tre rumeni e due norvegesi: uno dei cittadini rumeni, ha riferito il governo di Bucarest, è riuscito a contattare con il cellulare l'ambasciata di Romania ad Algeri e ha ricevuto istruzioni sui passi da compiere per fuggire, cosa che gli ha salvato la vita". Mentre i terroristi rimasti asserragliati dentro il compound per tutta la notte - nel corso della quale sono stati uditi anche spari provenienti dall'interno - le unità speciali del ministero dell'Interno e dell'esercito algerino hanno proseguito l'operazione di controllo dell'impianto che si estende su una superficie di migliaia di metri e dove le strutture di estrazione potrebbero essere utilizzate come nascondiglio dai terroristi ormai braccati. Ritrovando 15 corpi "carbonizzati" di cui ancora non si conosce l'identità. Secondo la stampa mauritana, il commando sarebbe arrivato dal Niger ed era composto da una quarantina di uomini armati. L'attacco terroristico è stato condannato dall'Onu che lo ha definito 'atroce'. Il Consiglio di Sicurezza ha quindi rivolto un appello agli altri Paesi affinché "cooperino attivamente con le autorità algerine" e sottolinea come le misure prese per combattere il "terrorismo" debbano rispettare "le leggi internazionali" relative "ai diritti dell'uomo". E mentre il destino degli ostaggi in Algeria resta in bilico, oggi ad Abidjan (Costa d'Avorio) è in corso il vertice straordinario dell'Ecowas (Comunità economica degli Stati dell'Africa occidentale) per accelerare il dispiegamento della forza di intervento dell'Africa occidentale in Mali. Proprio sull'intervento in Mali sono emerse divergenze fra il Pentagono, orientato ad un'azione militare Usa, e la Casa Bianca, che invece è più cauta.