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Dopo la delibera sul
dissesto cresce la
paura dei creditori

Situazione di paralisi al Comune di Milazzo dopo la dichiarazione di dissesto firmata dal commissario prefettizio, dopo le inadempienze del civico consesso riscontrate dal Tar. L’ultima “tegola” domenica con lo stop alla raccolta dei rifiuti. Per la prima volta da quando l’Amministrazione aveva concordato con la Dusty lo smaltimento anche nella giornata festiva, gli operai non hanno effettuato il servizio e così la spazzatura è rimasta nei cassonetti. Pare –anche se dal Comune non è stato comunicato nulla – che a determinare lo stop forzato degli addetti della Dusty sia stato il mancato pagamento di una fattura da parte del Comune. Inadempienza che sarebbe legata ai rapporti col Tesoriere che dopo la dichiarazione di dissesto avrebbe preteso chiarezza agli amministratori di palazzo dell’Aquila. Appare evidente comunque che questo rapporto Comune ditta privata non possa essere sempre tenuto sul filo del rasoio, alla luce anche della riforma che arriverà tra un paio di mesi quando i Comuni dovranno riappropriarsi della gestione dell’intero comparto dei rifiuti così come avveniva un tempo. Ma i problemi non sono burocratici, ma soprattutto economici. A parte la spazzatura, Milazzo è tornata ad essere da alcuni giorni nuovamente al buio in alcune strade e nel fine settimana tale disagio è stato registrato anche a Capo Milazzo dove a subire le conseguenze sono stati i locali. Poche infatti le presenze con giovani che hanno preferito puntare su altre mete. Non è escluso che a fronte di tale situazione, l’Enel, così come la Dusty, quali creditori cerchino di imporre le regole del gioco. A scapito purtroppo della collettività. Per di più i problemi economici potrebbero determinare anche il rallentamento o il blocco di alcuni servizi importanti che l’ente deve svolgere quotidianamente. Ma la situazione di incertezza esistente a palazzo dell’Aquila, lo scontro tuttora aperto tra Amministrazione e consiglio comunale, che continua a riunirsi, sta creando confusione anche in città, una città dove i piccolo creditori del Comune sono sull’orlo del fallimento e temono che il dichiarato dissesto del Comune finisca per trasformarsi nel dissesto della loro azienda. In tempi di crisi nera come questa i ritardi esasperati nei pagamenti e, ora, il rischio di perdere il 50 o anche il 40 per cento della somma che si doveva ricevere dall’ente locale significa infatti, per molti, chiudere i battenti. Tra l’altro il clima di incertezza provoca anche ripercussioni sulla città che sembra essere avvolta in un torpore assoluto. Nessuna presa di posizione, nessuna reazione, quasi un’arrendevole attesa. Altra preoccupazione è legata poi all’iter post dissesto. Iter che come si prevedeva non era semplice anche dal punto di vista procedurale richiedendo il rispetto di una certa tempistica. Il commissario prefettizio ha votato in meno di 24 ore dall’insediamento la delibera ed è andato via. Nei giorni scorsi sono stati inviati al Ministero tutti gli atti legati a quella delibera ma da Roma non è ancora arrivato nessun riscontro. Non ci sono ancora i tempi. In ogni caso l’atto dovrebbe essere pubblicato sulla Gazzetta ufficiale per far scattare la nomina dei tre commissari, il cosiddetto organo straordinario di liquidazione, che dovrà ripianare i debiti del Comune. Nel frattempo però c’è stato anche il ricorso dei consiglieri al Tar e si è in attesa della pronuncia dell’organo amministrativo che dovrebbe arrivare in settimana. Il presidente Pergolizzi è convinto che l’orientamento potrebbe essere analogo a quanto sentenziato per Cefalù e potrebbe quindi arrivare una sospensiva del provvedimento di default. Di tutt’altro avviso l’Amministrazione, per la quale l’11 gennaio col riconoscimento ufficiale del dissesto si è chiusa definitivamente una pagina fatta di decreti ingiuntivi, spese legali ed interessi che hanno messo in ginocchio il Comune sino a portarlo quasi all’insolvenza.

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