Gli inquirenti impegnati nell'inchiesta su Antonveneta e sui diversi filoni che da questa si stanno aprendo, passano sotto la lente d'ingrandimento tutti i verbali del Consiglio di amministrazione di Banca Monte dei Paschi, dal 2007 a marzo 2012.
In quelle carte, e nelle altre che vennero sequestrate il 9 maggio dello scorso anno (tante altre ne sono arrivate nei mesi successivi), cercano tutte le risposte e la conferma alle ipotesi accusatorie nei confronti dei vecchi vertici della Banca, primo fra tutti, Giuseppe Mussari. Lui sarebbe già stato iscritto nel registro degli indagati, ma la notizia non è mai stata confermata, insieme all'ex dg Antonio Vigni e ai tre componenti del Collegio dei sindacale Tommaso Di Tanno, Leonardo Pizzichi e Pietro Fabbretti. L'indagine cerca di appurare come il Monte reperì le risorse necessarie all'acquisizione di Antonveneta, e se vi sia stata 'manipolazione' dei mercati, ma anche le mancate, o eventualmente false, comunicazioni agli organi di vigilanza.
A questo si è aggiunta, da qualche tempo, anche l'attenzione sui derivati, ed in particolare sulle operazioni Santorini e Alexandria. I pm senesi hanno approfittato della domenica per riposare un po' e scendere dal 'palco' dove da sette giorni, bene o male, sono saliti con la vicenda Monte. Quella che si apre oggi per loro sarà un'altra settimana di 'passione' visto il riserbo con il quale lavorano, riserbo che contrasta con la presenza di giornali e tv. Tutti chiedono quali siano le carte che hanno in mano, se e come siano circolate tangenti, se vi siano stati fondi non scritti alle specifiche voci di bilancio con i quali sarebbero stati premiati alcuni manager della banca. Tutte risposte che aspettano anche Alessandro Profumo e Fabrizio Viola, presidente e ad del Monte, che chiedono e sperano che la procura faccia "presto".
Agli inquirenti senesi sono certamente arrivate le carte di un' inchiesta che aveva aperto la procura di Milano, sempre su Alexandria, e da sempre loro hanno un rapporto diretto con i colleghi fiorentini, Luca Turco e Giuseppina Mione, che indagano sulla gestione del Credito Cooperativo Fiorentino di Denis Verdini, inchiesta nata come filone dei Grandi eventi. I carabinieri del Ros, tra l'altro, il 18 gennaio 2011, sequestrarono nela sede del Monte un'agenda del 2008 del dg Vigni, che comunque non risulta indagato a Firenze. Negli uffici di Antonino Nastasi, Aldo Natalini e Giuseppe Grosso, titolari dell'inchiesta su Antonveneta, nei mesi scorsi sono già comparsi sia Mussari sia gli altri indagati, insieme a persone 'informate sui fatti'.
Tra questi gli ex sindaci di Siena Maurizio Cenni e Franco Ceccuzzi, e l'ex presidente della Provincia Fabio Ceccherini. In città riprende anche la normale attività politica (ieri a Siena Fratelli d'Italia con Giorgia Meloni ha tenuto una 'maratona oratoria' per chiedere al Pd di Pierluigi Bersani di fare chiarezza), in vista delle elezioni politiche di fine febbraio. L'attenzione maggiore è però rivolta alle comunali di maggio anche per i risvolti che queste elezioni avranno sulla Fondazione che, nel mese di luglio, dovrà rinnovare i propri vertici. Le nomine, 13 consiglieri su 16, vengono proprio da Comune e Provincia, e la Fondazione è ancora il socio di maggioranza della Banca.
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