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23enne ucciso
con una fucilata
al volto

nicola di stefano

Terzo omicidio nell’hinterland di Barcellona Pozzo di Gotto. Ieri sera, a essere ucciso nelle campagne di Montalbano Elicona è stato un giovane pastore di 23 anni, Nicola Distefano, “figlioccio” del boss Tindaro Calabrese, capo dell’ala scissionista del clan dei “Mazzarroti”. Il giovane pastore che in aprile avrebbe compiuto 24 anni, con la passione per i cavalli, è stato assassinato con un colpo di fucile sparato da distanza ravvicinata. Distefano è stato colpito mentre ancora si trovava nell’oscurità, in aperta campagna, su un fondo agricolo di contrada Pavarina, ubicato lungo la strada provinciale che dal centro abitato di Montalbano Elicona conduce fino alla frazione di Braidi. L’omicidio è avvenuto a poca distanza, circa 50 metri, dall’ovile nel quale erano custoditi gli armenti. Un delitto senza testimoni, se si considera che il cadavere è stato scoperto solo dopo le 21 di ieri sera, quando i familiari preoccupati per il mancato rientro a casa di Nicola, si sono messi alla ricerca del congiunto. Il giovane infatti non rispondeva al telefonino. Il padre, con alcuni amici, si era messo alla ricerca del figlio. Parcheggiato lungo la Provinciale per Braidi, in prossimità della strada interpoderale che conduce all’ovile, è stato ritrovato il fuoristrada utilizzato dalla vittima. Da qual momento, nel buio più fitto in cui è immersa l’intera zona rurale, sono scattate le ricerche che più tardi – a circa 50 metri dall’ovile – hanno permesso di ritrovare il cadavere del pastore riverso a terra col volto sfigurato da una fucilata che con molta probabilità potrebbe essere stata esplosa da uno o più sicari da distanza ravvicinata. Inutili si sono rivelati gli estremi tentativi di soccorso, con l’arrivo sul posto di un’ambulanza del servizio 118. Al medico dell’équipe di soccorritori non è rimasto altro che constatare la morte del ragazzo.

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