La protesta va avanti, l’emergenza anche. I lavoratori Dusty e quelli Ato 2 che per conto dell’azienda si occupano della raccolta dei rifiuti nella zona tirrenica sono rimasti fermi anche oggi. E sono pronti a farlo ancora, se non riceveranno soldi e rassicurazioni. Avanzano da otto a undici mensilità arretrate, pagano una vicenda complessa e anche un po’ contorta che coinvolge Comuni, Ato 2 e Dusty. Alcuni comuni non pagano, l’Ato è in crisi, la Dusty non riceve i soldi e i lavoratori restano senza stipendi.
Sono loro a pagare il prezzo più alto. Loro e i cittadini, costretti a fare i conti con un’emergenza che va avanti da una settimana e che rischia di continuare a lungo.
L’incontro di ieri a Palermo non ha portato i frutti sperati. Non c’era Crocetta, Marino, assessore all’ambiente, non era neppure a conoscenza della situazione. Per i lavoratori non sono arrivate buone notizie, ma se non altro adesso anche il governo regionale sa quel che sta accadendo nella zona tirrenica.
Il problema è che non sarà facile uscire da questa crisi. “L’azienda vanta crediti per 13 milioni di euro – spiega Enzo Testa, della Cisl, in un comunicato – i sindaci non versano e non intendono versare però da due anni usufruiscono del servizio”. I lavoratori sono in grande difficoltà. Sono pronti a continuare a oltranza la protesta finchè non riceveranno almeno uno stipendio. E con la protesta andrà avanti anche l’emergenza. Perché insieme alla richiesta di pagamento degli arretrati i sindaci sono anche stati diffidati dall’affidare il servizio di raccolta rifiuti ad altre ditte private.