
È finita con sette condanne pesanti e otto assoluzioni, dopo ben otto anni di processo, la storia del crac Sicilcassa, che fu il secondo istituto di credito della Sicilia, dichiarato insolvente nel 1999 e poi assorbito dal Banco di Sicilia, oggi inglobato da Unicredit. Dopo cinque giorni di camera di consiglio ecco il verdetto della seconda sezione penale del tribunale di Palermo per una delle vicende economiche simbolo della Sicilia negli ultimi trent’anni. Ieri sera 9 anni di reclusione sono stati inflitti agli ex componenti del cda Giuseppe Adonia, Francesco Mormino, Pompeo Oliva, Marcello Gianfranco Adriano Maria Orlando e Giuseppe Viola, e a Gianni Lapis, l’ex presidente del collegio sindacale. E infine 6 anni di reclusione all’ex direttore di filiale di Catania Antonio Mosto. Tutti sono stati riconosciuti colpevoli di bancarotta fraudolenta aggravata ma per Mosto è stata esclusa la “continuazione” tra il primo e il secondo capo d’imputa - zione (ecco il motivo della condanna meno pesante). Assoluzione con formula piena, ovvero «per non aver commesso il fatto», per tutti gli altri otto imputati, e cioé l’ex direttore di filiale di Palermo Giuseppe Grado, e poi per Benedetto Emanuele, Elio Rocca, Gaetano Zilleri, Giuseppe Cirrincione, e anche per Maria Adelaide Graci, Daniela Graci e Calogera Falzone.
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