Lunedì 23 Dicembre 2024

Tre sorelline
violentate e
gettate in un pozzo

La violenza sessuale non trova limiti in India dove tre sorelline di undici, nove e sei anni sono state sequestrate, violentate, uccise e gettate in un pozzo in un villaggio rurale dello Stato centrale di Maharashtra, provocando la rivolta della popolazione locale che ha chiesto la pena di morte per i colpevoli. Dal mortale stupro due mesi fa di una ragazza di 23 anni a New Delhi da parte di un branco, i media hanno cominciato a dare un'attenzione sempre maggiore ai molti episodi di questo tipo che avvengono in ogni angolo del Paese, scoperchiando un vaso di Pandora da troppo tempo tenuto gelosamente chiuso. Così tv, radio e giornali hanno cominciato a registrare quotidianamente un'agghiacciante contabilità di atti di violenza sulle donne che ha portato alla scoperta di una vera e propria patologia sociale difficile da curare nel breve periodo. E' anche per questa nuova presa di coscienza che la vicenda delle tre sorelline del villaggio di Murmadi, nel distretto di Bhandara, è potuta venire alla luce. Ed ha prodotto una rivolta popolare, il siluramento di Prakash Munde, capo della polizia locale, e l'intervento del 'chief minister' (governatore) del Maharashtra, Prithviraj Chavan e del suo ministro dell'Interno. Le bambine, hanno riferito i media, sono scomparse all'improvviso dalla loro scuola giovedì scorso, spingendo i famigliari a denunciare il fatto alla polizia che ha cominciato le ricerche nella zona ed ha trovato, due giorni dopo, i loro cadaverini in fondo ad un pozzo non lontano dalla casa dove abitavano. Sui particolari del rinvenimento, le notizie sono confuse. Ma secondo la fonte più attendibile, sono state tre ciabattine ed alcune bottiglie di alcool vuote vicino al pozzo a lasciar intuire agli agenti la terribile fine delle bambine. L'autopsia ha confermato l'esistenza di "atti sessuali contro natura" prima dell'assassinio. Sotto la pressione della popolazione che ha bloccato anche la statale n.6 che passa vicino al villaggio, la polizia ha intrapreso una autentica 'caccia all'uomò per catturare gli assassini interrogando oltre 100 persone di cui due sono state fermate. Un investigatore ha rivelato che la pista seguita finora porterebbe ad una rivalità fra famiglie di cui le piccole innocenti avrebbero fatto le spese. Da parte sua il quotidiano The Indian Express ha ricordato che le bimbe erano orfane del padre, morto tempo fa, e rimanevano spesso sole mentre la madre lavorava in una modesta fabbrica di biscotti della zona. Vista l'attenzione riservata dai media alla vicenda, e la rabbia popolare esistente, il 'chief minister' Chavan ha deciso di gestirla personalmente. In un comunicato ha definito l'incidente "deplorevole e doloroso" e rivolto un appello alla gente a mantenere la calma e a cooperare con le forze dell'ordine". Per la madre delle bambine, ha disposto la concessione della somma di un milione di rupie (13.800 euro). Da parte sua il ministro dell'Interno del Maharashtra, Praful Patel, ha visitato la famiglia delle vittime ed ha sostenuto che di fronte a simili comportamenti per i colpevoli, come chiede la gente, "la pena di morte è l'unica soluzione". (ANSA)

 

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