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Inflazione ai minimi
da gennaio 2011

A gennaio 2013 il tasso d'inflazione annuo registra una nuova frenata, la quarta, fermandosi al 2,2% dal 2,3% di dicembre e così scendendo al livello più basso da gennaio 2011, ovvero da due anni. Lo comunica l'Istat confermando le stime provvisorie. Su base mensile i prezzi salgono dello 0,2%. Il rallentamento segnato a gennaio è soprattutto dovuto ai beni energetici. 
Infatti i prezzi dei beni energetici, spiega l'Istat, segnano un'ulteriore passo indietro (+5,4%, dal +9,3% di dicembre); mentre una spinta all'inflazione arriva dal rincaro degli alimentari non lavorati e, in particolare, dei vegetali freschi (+9,2% su base mensile, +13,1% su base annua). L'Istituto di statistica fa inoltre sapere come l'inflazione acquisita per il 2013 sia pari allo 0,8%. Quanto all'indice armonizzato per i prezzi al consumo nei Paesi dell'Unione europea (Ipca), a gennaio diminuisce su base mensile del 2% e aumenta su base annua del 2,4% (era +2,6% a dicembre). Anche in questo caso i dati definitivi confermano le stime preliminari. La flessione congiunturale è in larga parte dovuta ai saldi stagionali dell'abbigliamento e calzature (di cui l'Ipca tiene conto). 
A livello territoriale, Reggio Calabria (+3,7%), Genova (+2,9%), Potenza e Ancona (per entrambe +2,6%) sono le città capoluogo di Regione in cui i prezzi registrano gli aumenti più elevati rispetto a gennaio 2012, mentre i tassi d'inflazione più contenuti riguardano Aosta (+1,5%), Palermo (+1,6%), L'Aquila e Napoli (per entrambe +1,7%). Guardando ai singoli prodotti, l'Istat fa notare il rincaro congiunturale del 3% per i prezzi dei pedaggi e parchimetri (+3,2% su base annua), determinato dalla revisione al rialzo dei prezzi del Pedaggio autostradale. L'Istituto evidenzia anche la crescita su base mensile del 3,1% dei prezzi delle spese bancarie e finanziarie (+4,9% rispetto a gennaio dello scorso anno) su cui incide l'aumento dell'imposta di bollo sulle comunicazioni periodiche relative ai prodotti finanziari.

A gennaio 2013 il tasso d'inflazione annuo registra una nuova frenata, la quarta, fermandosi al 2,2% dal 2,3% di dicembre e così scendendo al livello più basso da gennaio 2011, ovvero da due anni. Lo comunica l'Istat confermando le stime provvisorie. Su base mensile i prezzi salgono dello 0,2%. Il rallentamento segnato a gennaio è soprattutto dovuto ai beni energetici. 

Infatti i prezzi dei beni energetici, spiega l'Istat, segnano un'ulteriore passo indietro (+5,4%, dal +9,3% di dicembre); mentre una spinta all'inflazione arriva dal rincaro degli alimentari non lavorati e, in particolare, dei vegetali freschi (+9,2% su base mensile, +13,1% su base annua). L'Istituto di statistica fa inoltre sapere come l'inflazione acquisita per il 2013 sia pari allo 0,8%. Quanto all'indice armonizzato per i prezzi al consumo nei Paesi dell'Unione europea (Ipca), a gennaio diminuisce su base mensile del 2% e aumenta su base annua del 2,4% (era +2,6% a dicembre). Anche in questo caso i dati definitivi confermano le stime preliminari. La flessione congiunturale è in larga parte dovuta ai saldi stagionali dell'abbigliamento e calzature (di cui l'Ipca tiene conto). 

A livello territoriale, Reggio Calabria (+3,7%), Genova (+2,9%), Potenza e Ancona (per entrambe +2,6%) sono le città capoluogo di Regione in cui i prezzi registrano gli aumenti più elevati rispetto a gennaio 2012, mentre i tassi d'inflazione più contenuti riguardano Aosta (+1,5%), Palermo (+1,6%), L'Aquila e Napoli (per entrambe +1,7%). Guardando ai singoli prodotti, l'Istat fa notare il rincaro congiunturale del 3% per i prezzi dei pedaggi e parchimetri (+3,2% su base annua), determinato dalla revisione al rialzo dei prezzi del Pedaggio autostradale. L'Istituto evidenzia anche la crescita su base mensile del 3,1% dei prezzi delle spese bancarie e finanziarie (+4,9% rispetto a gennaio dello scorso anno) su cui incide l'aumento dell'imposta di bollo sulle comunicazioni periodiche relative ai prodotti finanziari.

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