Lunedì 23 Dicembre 2024

La disperazione dietro
la strage familiare

Una disperazione nera, profonda, un tunnel interminabile in fondo al quale non riusciva a vedere la luce. Accudire le due sorelle disabili mentali era diventato ormai un impegno insostenibile, con pochi soldi, da quando aveva lasciato il lavoro di vivaista proprio per stare accanto alle due congiunte, e con una fatica diventata insopportabile specie da quando era morta la madre autentico pilastro della famiglia. E così venerdì scorso ha deciso che tutto questo doveva finire. C’è una grande disperazione all’origine della strage familiare scoperta ieri pomeriggio in un’abitazione di via Nenni a Terme Vigliatore.  E’ stato un parente a dare l’allarme non avendo notizie dei tre fratelli Isgrò. Quando i Vigili del Fuoco sono entrati in casa hanno trovato il corpo di Vito Isgrò, 39 anni   rannicchiato su un divano del soggiorno. Maria 47 anni e Laura, 40 anni erano invece a letto. Sembrava dormissero e invece erano state ammazzate da un cocktail micidiale di farmaci ed acido muriatico che il fratello aveva fatto bere loro. Poi lui stesso ha ingerito la pozione letale e si è suicidato. Accanto a corpo un’agenda con su scritto: “uno marzo  2013 è finita”. Quasi una liberazione per quell’uomo disperato. Per terra boccette e scatole di farmaci utilizzati per comporre il mix mortale. Vito Isgrò non ce la faceva più ad andare avanti. Le condizioni di salute delle due sorelle peggioravano sempre più e la morte della madre lo avevano costretto a lasciare il posto di lavoro in un vivaio della zona e vivevano con due modestissime pensioni d’invalidità delle sorelle. Non solo c’era un altro pensiero che opprimeva Vito. Venerdì prossimo lui e le due sorelle sarebbero dovuto comparire davanti al gip di Barcellona per rispondere di tentata estorsione e violenza nei confronti dell’ex convivente di Vito Isgrò. Una serie di problemi che hanno fatto scattare nella testa dell’ex vivaista l’idea di chiudere con una vita che non gli interessava più. Il sostituto procuratore Giorgio Nicola ha disposto l’autopsia sui tre corpi.

 

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