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Anm: l'attacco ai pm
è sfida alla Costituzione

"Qualsiasi generalizzazione, qualsiasi attacco alla magistratura, idea di manifestazioni dirette contro di essa costituiscono una sfida a principi che sono fondamento della nostra Costituzione e delle democrazie mature". Così il presidente dell'Anm Rodolfo Maria Sabelli sulle posizioni espresse da Berlusconi sulla giustizia.
Sabelli, a margine di un incontro a Catania promosso da Unità per la Costituzione, ha sottolineato che "il principio di autonomia e di indipendenza della magistratura è non soltanto uno dei principi fondamentali ai quali si ispira l'azione dell'Anm, ma - ha osservato - è uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione e, aggiungerei, di qualsiasi sistema democratico maturo". "Noi difendiamo e difenderemo sempre questi principi - ha aggiunto il presidente dell'Associazione nazionale magistrati - che non sono fine a sé stessi. Non difendiamo dei privilegi della magistratura: sono delle realizzazioni, dei principi strettamente collegati al principio di eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge". 
"Occorre rompere un diretto collegamento territoriale fra esercizio della funzione giudiziaria e attività politica, e bisogna intervenire anche per evitare una immediata contiguità temporale fra la giurisdizione e l'esercizio dell'attività politica". Lo ha detto il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Rodolfo Maria Sabelli rispondendo alle domande dei giornalisti sull'impegno dei magistrati in politica. 
"Il rapporto tra magistratura e politica - ha proseguito Sabelli a margine di un incontro a Catania su circoscrizioni giudiziarie e piante organiche promosso da Unità per la Costituzione - è uno dei temi sui quali l'Anm è già ripetutamente intervenuta. Noi ci poniamo un problema di tutela dell'imparzialità, ma anche dell'immagine di imparzialità, che per noi è fondamentale". Il presidente ha ricordato come l'Anm abbia "ripetutamente chiesto un intervento del legislatore non per limitare il diritto di accesso, ma è vero anche - ha aggiunto - che la Corte Costituzionale ha riconosciuto come questo diritto di elettorato passivo nel caso dei magistrati possa essere in qualche modo disciplinato perché deve essere messo in relazione con altri principi costituzionali anch'essi molto rilevanti. Nella passata legislatura - ha rimarcato il presidente dell'Anm - sono stati presentati alcuni disegni di legge che presentavano degli spunti interessanti". "Su altri aspetti ci siamo espressi in termini critici - ha osservato Sabelli - e in particolare quello del rientro in ruolo del magistrato ex parlamentare perché in questo caso era stata prevista la possibilità di transito nel ruolo dell'avvocatura dello Stato o del Consiglio di Stato, il che poteva suggerire l'idea di un privilegio piuttosto che di una limitazione. A nostro avviso - ha chiosato Sabelli - si deve ripartire da quei disegni di legge, correggendone alcuni aspetti".
"La razionalizzazione del sistema delle circoscrizioni giudiziarie secondo noi è un intervento importante e necessario. Occorre però che non venga percepito dai cittadini come un arretramento dello Stato sul territorio". Lo ha detto il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Maria Sabelli rispondendo alle domande dei giornalisti sulla nuova pianta organica e i tagli ai distretti giudiziari. "Per il cittadino avere l'ufficio giudiziario - ha aggiunto Sabelli a un incontro promosso da Unità per la Costituzione - non è soltanto una questione campanilistica, è una questione anche di presenza simbolica dello Stato in determinate realtà e allora i cittadini comprenderanno questa riforma se sarà accompagnata, però, ad un reale recupero di efficienza, che è quello che noi ci auspichiamo".

"Qualsiasi generalizzazione, qualsiasi attacco alla magistratura, idea di manifestazioni dirette contro di essa costituiscono una sfida a principi che sono fondamento della nostra Costituzione e delle democrazie mature". Così il presidente dell'Anm Rodolfo Maria Sabelli sulle posizioni espresse da Berlusconi sulla giustizia.

Sabelli, a margine di un incontro a Catania promosso da Unità per la Costituzione, ha sottolineato che "il principio di autonomia e di indipendenza della magistratura è non soltanto uno dei principi fondamentali ai quali si ispira l'azione dell'Anm, ma - ha osservato - è uno dei principi fondamentali della nostra Costituzione e, aggiungerei, di qualsiasi sistema democratico maturo". "Noi difendiamo e difenderemo sempre questi principi - ha aggiunto il presidente dell'Associazione nazionale magistrati - che non sono fine a sé stessi. Non difendiamo dei privilegi della magistratura: sono delle realizzazioni, dei principi strettamente collegati al principio di eguaglianza di tutti i cittadini davanti alla legge". 

"Occorre rompere un diretto collegamento territoriale fra esercizio della funzione giudiziaria e attività politica, e bisogna intervenire anche per evitare una immediata contiguità temporale fra la giurisdizione e l'esercizio dell'attività politica". Lo ha detto il presidente dell'Associazione nazionale magistrati Rodolfo Maria Sabelli rispondendo alle domande dei giornalisti sull'impegno dei magistrati in politica. 

"Il rapporto tra magistratura e politica - ha proseguito Sabelli a margine di un incontro a Catania su circoscrizioni giudiziarie e piante organiche promosso da Unità per la Costituzione - è uno dei temi sui quali l'Anm è già ripetutamente intervenuta. Noi ci poniamo un problema di tutela dell'imparzialità, ma anche dell'immagine di imparzialità, che per noi è fondamentale". Il presidente ha ricordato come l'Anm abbia "ripetutamente chiesto un intervento del legislatore non per limitare il diritto di accesso, ma è vero anche - ha aggiunto - che la Corte Costituzionale ha riconosciuto come questo diritto di elettorato passivo nel caso dei magistrati possa essere in qualche modo disciplinato perché deve essere messo in relazione con altri principi costituzionali anch'essi molto rilevanti. Nella passata legislatura - ha rimarcato il presidente dell'Anm - sono stati presentati alcuni disegni di legge che presentavano degli spunti interessanti". "Su altri aspetti ci siamo espressi in termini critici - ha osservato Sabelli - e in particolare quello del rientro in ruolo del magistrato ex parlamentare perché in questo caso era stata prevista la possibilità di transito nel ruolo dell'avvocatura dello Stato o del Consiglio di Stato, il che poteva suggerire l'idea di un privilegio piuttosto che di una limitazione. A nostro avviso - ha chiosato Sabelli - si deve ripartire da quei disegni di legge, correggendone alcuni aspetti".

"La razionalizzazione del sistema delle circoscrizioni giudiziarie secondo noi è un intervento importante e necessario. Occorre però che non venga percepito dai cittadini come un arretramento dello Stato sul territorio". Lo ha detto il presidente dell'Associazione nazionale magistrati, Rodolfo Maria Sabelli rispondendo alle domande dei giornalisti sulla nuova pianta organica e i tagli ai distretti giudiziari. "Per il cittadino avere l'ufficio giudiziario - ha aggiunto Sabelli a un incontro promosso da Unità per la Costituzione - non è soltanto una questione campanilistica, è una questione anche di presenza simbolica dello Stato in determinate realtà e allora i cittadini comprenderanno questa riforma se sarà accompagnata, però, ad un reale recupero di efficienza, che è quello che noi ci auspichiamo".

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