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Fitch retrocede
l'Italia in B

Piazza Affari ha chiuso in rialzo l'ultima seduta della settimana, con il Ftse Mib (+1,5%) a quota 16.186 punti, tra scambi vivaci per 1,91 miliardi di euro di controvalore, superiori alla media delle ultime giornate. Sul paniere dei titoli principali ha prevalso il segno positivo con un piccolo ma significativo gruppo di titoli in controtendenza. Occhi puntati su Fiat, Finmeccanica, Enel Green Power, Telecom, Mediobanca e Unicredit, sotto pressione invece Autogrill e Diasorin. Sospese in vista dei Cda sulla fusione Atlantia e Gemina. Stop anche per Aion Renewables tra i titoli minori, in attesa di un comunicato.

A mercati ormai chiusi e' arrivata poi la notizia che Fitch ha tagliato il rating dell'Italia a BBB+ da A- con outlook negativo. Il 'voto' riflette il "risultato inconcludente delle elezioni italiane". Il downgrade dell'Italia riflette gli "inconcludenti risultati delle elezioni del 24-25 febbraio, che rendono improbabile la formazione di un nuovo governo stabile per le prossime settimane" afferma Fitch nella nota, sottolineando che i "dati del quarto trimestre 2012 confermano che la recessione in corso in Italia è una delle più profonde in Europa. La sfavorevole posizione di partenza e i recenti sviluppi aumentano il rischio di una recessione più protratta e lunga di quanto previsto. Fitch prevede una contrazione del pil dell'1,8% nel 2013", con un debito che si attesterà vicino al 130% a fronte del 125% stimato alla metà del 2012. A sostenere il rating 'BBB+' sono vari fattori, fra i quali la relativa ricchezza e la la diversificazione dell'economia con moderati livelli di indebitamento del settore privato. L'Italia ha fatto progressi negli ultimi due anni nel risanamento di bilancio": Fitch prevede un deficit di circa il 2,5% nel 2013. "L'outlook è negativo e al momento Fitch non anticipa sviluppi" che possano tradursi in un upgrade. "Sviluppi che potrebbero portare a una revisione dell'outlook a stabile includono: una sostenuta ripresa economica che sostenga l'attuale risanamento in atto" e "ulteriori riforme strutturali che rafforzino la competitività e il potenziale di crescita"

La recessione in atto in Italia è una delle più profonde in Europa, e i dati indicano il rischio che si prolunghi più di quanto atteso. Scrive l'agenzia di rating. La recessione più profonda e lunga del previsto "mette a rischio lo sforzo di risanamento di bilancio e aumenta i rischi del settore finanziario". Il sostegno potenziale di un aiuto esterno dal fondo europeo Esm e dalla Banca centrale europea riduce i rischi di una crisi di liquidità statale per l'Italia". Lo scrive in una nota l'agenzia di rating Fitch, notando che si tratta di un fattore che sostiene il rating sovrano dell'Italia. "Anche se non è chiaro sotto quali condizioni l'Italia chiederebbe assistenza, la richiesta in sé sarebbe indifferente per il rating"

DOPO S&P E MOODY'S ARRIVA ANCHE FITCH, ITALIA IN 'B' - Italia paese di 'serie B'. Dopo Standard & Poor's e Moody's, arriva anche Fitch a togliere la 'A' al Belpaese, declassato a 'BBB+', tre gradini sopra il territorio 'junk', anche in seguito alle inconcludenti elezioni che rendono improbabile la formazione di un nuovo governo stabile nelle prossime settimane. Un downgrade, quello di Fitch, che arriva a poco più di un anno di distanza dal precedente: era infatti il 27 gennaio 2012 quando l'agenzie declassò per l'ultima volta l'Italia portandola ad 'A-' con outlook negativo. Giudizio confermato lo scorso dicembre, quando aveva messo in evidenza che c'era anche la possibilità di un miglioramento delle prospettive a 'stabili' nel caso in cui dalle elezioni fosse uscito un governo stabile. Ipotesi che, alla fine, non si è verificata e che porta Fitch a rompere il silenzio post-elettorale con un downgrade. L'agenzia era infatti l'unica che dopo il voto non si era espressa: Moody's infatti ha minacciato, due giorni dopo il risultato delle urne, il rating italiano, mentre Standard & Poor's non ha riscontrato nessun effetto immediato sulla valutazione dell'Italia, avvertendo però che le "scelte del prossimo governo saranno essenziali". E' proprio Standard & Poor's la prima fra le grandi agenzie (il 7 dicembre 2012 la cinese Dagong ha tagliato il rating a BBB da A-) ad aver strappato la 'A' all'Italia, tagliando di due gradini il rating a 'BBB+' il 13 gennaio 2012. Esattamente sei mesi dopo, il 13 luglio, arrivava la scure di Moody's sul governo di Mario Monti, appena sbarcato a Sun Valley, negli Stati Uniti, per la consueta riunione dei miliardari Allen & Co. A Monti è toccato rassicurare i 'paperoni-investitori' americani dopo il taglio del rating da A3 a Baa2
Fitch prevede una contrazione del Pil italiano dell'1,8% nel 2013. Il debito sarà invece vicino al 130%."Se la recessione sarà più profonda e lunga del previsto, il rischio che al governo possano essere richieste ulteriori iniezioni di capitale, al di là di Monte dei Paschi di Siena, non può essere scartato".(ANSA)

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