Lunedì 23 Dicembre 2024

Intellettuali a M5S
"Dite sì al cambiamento"

 

"Una grande occasione si apre con la vostra vittoria, di cambiare dalle fondazioni il sistema politico. Ma si apre ora, qui e subito": si legge in un appello lanciato al M5S dalle colonne di Repubblica, primi firmatari Remo Bodei, Roberta De Monticelli, Tomaso Montanari, Antonio Padoa-Schioppa, Salvatore Settis e Barbara Spinelli. "Avete detto 'Lo Stato siamo noi'. Avete svegliato in Italia una cittadinanza che vuole essere attiva e contare, non più delegando ai partiti tradizionali" si legge nell'appello che conclude: "Se non ora, quando?". "Sappiamo che è difficile dare la fiducia a candidati premier e a governi che includono partiti che da quasi vent'anni hanno detto parole che non hanno mantenuto" ma "dire no a un governo che facesse propri alcuni punti fondamentali della vostra battaglia sarebbe a nostro avviso una forma di suicidio" si legge ancora nella lettera dove si ricorda che "nessuno di noi può avere la certezza che l'occasione si ripresenti nel futuro. Non potete aspettare di divenire ancora più forti (magari un partito-movimento unico) di quel che già siete, perché gli italiani che vi hanno votato vi hanno anche chiamato: esigono alcuni risultati molto concreti, nell'immediato, che concernano lo Stato di diritto e l'economia e l'Europa". Senza un sì del M5S "non otterremmo quelle misure di estrema urgenza che solo con una maggioranza che vi includa diventano possibili" tra cui, una legge sul conflitto di interesse, il dimezzamento dei parlamentari, l'eliminazione delle province, la riduzione dei rimborsi ai partiti. "Non sappiamo quale possa essere la via che vi permetta di dire sì a questi punti di programma consentendo la formazione del nuovo governo che decida di attuarli, e al tempo stesso di non contraddire la vostra vocazione. Nella giunta parlamentare si può fin da subito dar seguito alla richiesta di ineleggibilità di Berlusconi, firmata da ormai 150.000 persone: la fiducia può essere condizionata alla volontà effettiva di darvi seguito" si legge nell'appello dove si nota: "per la prima volta nei paesi industrializzati e in Europa, un movimento di indignati entra in Parlamento, che un'Azione Popolare diventa possibile. Oggi ha inizio una vostra marcia attraverso le istituzioni, che cambieranno solo se voi non fuggirete in attesa di giorni migliori, o peggiori. Se - si conclude - ci aiuterete a liberarci ora, subito, dell'era Berlusconi: un imprenditore che secondo la legge non avrebbe nemmeno dovuto metter piedi in Parlamento e tanto meno a Palazzo Chigi".
"Quando il pdmenoelle chiama, l'intellettuale risponde. Sempre! In fila per sei con il resto di due". E' ironica - e si rifà anche ad una vecchia canzona di Giorgio Gaber ("Gli intellettuali sono razionali lucidi, imparziali") - la risposta di Beppe Grillo all'appello lanciato da un gruppo di intellettuali dalle colonne di Repubblica a consentire la nascita di un governo Pd. 

"Una grande occasione si apre con la vostra vittoria, di cambiare dalle fondazioni il sistema politico. Ma si apre ora, qui e subito": si legge in un appello lanciato al M5S dalle colonne di Repubblica, primi firmatari Remo Bodei, Roberta De Monticelli, Tomaso Montanari, Antonio Padoa-Schioppa, Salvatore Settis e Barbara Spinelli.

 

 "Avete detto 'Lo Stato siamo noi'. Avete svegliato in Italia una cittadinanza che vuole essere attiva e contare, non più delegando ai partiti tradizionali" si legge nell'appello che conclude: "Se non ora, quando?". "Sappiamo che è difficile dare la fiducia a candidati premier e a governi che includono partiti che da quasi vent'anni hanno detto parole che non hanno mantenuto" ma "dire no a un governo che facesse propri alcuni punti fondamentali della vostra battaglia sarebbe a nostro avviso una forma di suicidio" si legge ancora nella lettera dove si ricorda che "nessuno di noi può avere la certezza che l'occasione si ripresenti nel futuro. Non potete aspettare di divenire ancora più forti (magari un partito-movimento unico) di quel che già siete, perché gli italiani che vi hanno votato vi hanno anche chiamato: esigono alcuni risultati molto concreti, nell'immediato, che concernano lo Stato di diritto e l'economia e l'Europa". Senza un sì del M5S "non otterremmo quelle misure di estrema urgenza che solo con una maggioranza che vi includa diventano possibili" tra cui, una legge sul conflitto di interesse, il dimezzamento dei parlamentari, l'eliminazione delle province, la riduzione dei rimborsi ai partiti. "Non sappiamo quale possa essere la via che vi permetta di dire sì a questi punti di programma consentendo la formazione del nuovo governo che decida di attuarli, e al tempo stesso di non contraddire la vostra vocazione. Nella giunta parlamentare si può fin da subito dar seguito alla richiesta di ineleggibilità di Berlusconi, firmata da ormai 150.000 persone: la fiducia può essere condizionata alla volontà effettiva di darvi seguito" si legge nell'appello dove si nota: "per la prima volta nei paesi industrializzati e in Europa, un movimento di indignati entra in Parlamento, che un'Azione Popolare diventa possibile. Oggi ha inizio una vostra marcia attraverso le istituzioni, che cambieranno solo se voi non fuggirete in attesa di giorni migliori, o peggiori. Se - si conclude - ci aiuterete a liberarci ora, subito, dell'era Berlusconi: un imprenditore che secondo la legge non avrebbe nemmeno dovuto metter piedi in Parlamento e tanto meno a Palazzo Chigi".

"Quando il pdmenoelle chiama, l'intellettuale risponde. Sempre! In fila per sei con il resto di due". E' ironica - e si rifà anche ad una vecchia canzona di Giorgio Gaber ("Gli intellettuali sono razionali lucidi, imparziali") - la risposta di Beppe Grillo all'appello lanciato da un gruppo di intellettuali dalle colonne di Repubblica a consentire la nascita di un governo Pd. 

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