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I tre fratellini
intossicati dal
vino al metanolo

Sono entrambi in prognosi riservata i due fratellini romeni di 4 e 7 anni ricoverati da venerdì al Policlinico con i sintomi di un gravissimo avvelenamento. I due bimbi, residenti a Naro, piccolo centro a pochi chilometri da Agrigento, sono monitorati nell’Unità di Terapia intensiva pediatrica, diretta dalla prof. Eloisa Gitto, afferente all’Unità operativa complessa di Patologia neonatale e Terapia intensiva neonatale diretta dal prof. Ignazio Barberi, dove sono intubati e ventilati. Un altro fratello più grande, di dieci anni, si trova invece ricoverato a Palermo con i medesimi sintomi. I piccoli sono giunti a Messina in elisoccorso nella notte fra giovedì e venerdì e subito le loro condizioni sono apparse preoccupanti. Presentavano entrambi i sintomi di una seria intossicazione e in particolare, il fratellino più piccolo aveva già subito un arresto cardiaco ed era stato rianimato dai sanitari del pronto soccorso dell’ospedale “Barone Lombardo” di Canicattì. Le condizioni generali però ne avevano suggerito il ricovero in una struttura specializzata nella gestione delle emergenze pediatriche, quale il policlinico universitario messinese. Qui, come dicevamo, il bimbo è giunto in condizioni critiche, con i postumi di un’ischemia che ha determinato uno stato di coma profondo, con diversi organi compromessi e una situazione di generale gravità della quale i genitori sono stati subito informati. Appaiono migliori invece le condizioni del fratellino più grande: inizialmente ha anch’egli manifestato i sintomi legati all’ingestione di sostanze tossiche, quali arresto respiratorio, convulsioni e vomito, ma il quadro è andato via via stabilizzandosi rendendo possibile una progressiva diminuzione della ventilazione assistita. Il piccolo è stato indotto in coma farmacologico per esigenze terapeutiche, ma sembra reagire bene alle cure. I sanitari messinesi che seguono l’evolversi della situazione di minuto in minuto, stanno operando in stretta sinergia con il Centro antiveleni di Milano, informando ovviamente anche le forze dell’ordine e la magistratura che indaga sul caso, dai contorni ancora non troppo chiari. In un primo momento, i genitori avevano dichiarato che i bimbi avevano ingerito cioccolatini al liquore contenuti in un pacco fatto trovare sulla porta di casa. Si era dunque delineata anche una possibile pista razzista, immaginando un gesto appositamente e crudelmente rivolto contro i piccoli stranieri. Da successivi riscontri, però, sarebbe emersa un’altra ipotesi: i bimbi avrebbero ingerito del vino contenente metanolo, una sostanza spesso utilizzata per aumentarne la gradazione alcolica in maniera economica.

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