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Cipro boccia
il prelievo forzoso

Il parlamento di Cipro ha bocciato senza appello - 36 voti contrari, 19 astenuti, nessun sì - il controverso piano di salvataggio proposto da Ue e Fmi, che prevede un prelievo forzoso straordinario sui depositi bancari ciprioti per un totale di 5,8 miliardi euro. Il no di Nicosia rimette in discussione l'aiuto economico per un totale di 10 miliardi di euro di cui il paese ha disperatamente bisogno soprattutto per ricapitalizzare le proprie banche ed evitare la bancarotta. 

Ed invia un chiaro messaggio ai partner europei e internazionali di non voler sottostare ad una operazione percepita come un "ricatto" tedesco. In serata, mentre a Cipro in strada si festeggiava il no del parlamento, il ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble ha lanciato un monito contro soluzioni "irresponsabili" di fronte ad una situazione "grave", mentre con un breve comunicato il presidente dell'Eurogruppo Joroen Dijsselbloem si é limitato a "prendere atto" del no di Nicosia ribadendo che resta valida l'offerta presentata ieri, che prevede la possibilità di salvaguardare i conti sotto i 100.000 euro, aumentando il prelievo su quelli superiori a tale cifra. Il no di Cipro apre ora scenari imprevedibili per tutta l'eurozona. Dei 56 deputati che compongono l'assemblea, 19 dei 20 del partito Disy del presidente Nicos Anastasiades - pur favorevoli al piano - si sono astenuti (uno era assente) mentre tutti gli altri (compresi gli otto del partito Diko, alleato di governo) hanno votato contro. Davanti al parlamento decine di cittadini indignati hanno continuato ad alzare la loro voce contro le condizioni imposte dalla Troika Ue. Il voto è giunto al termine di una giornata frenetica, con consultazioni fra Anastasiades e i ministri avviate di buon'ora e telefonate concitate con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente russo Vladimir Putin. 

Da parte sua il ministro delle Finanze Michalis Sarris è partito in mattinata alla volta di Mosca per colloqui con i responsabili russi ai quali è andato a chiedere un'estensione del credito di 2,5 miliardi di euro ricevuto da Cipro due anni fa e un alleggerimento delle sue condizioni. Tornato a Nicosia in serata, Sarris non si è sbottonato sull'esito della missione, limitandosi solo a smentire le voci di sue imminenti dimissioni. Mentre la Borsa di Nicosia annunciava la sospensione delle contrattazioni per oggi e domani in seguito alla decisione del governo di tenere chiuse in questi stessi giorni le banche locali, sono continuate anche oggi le discussioni a livello governativo nel tentativo di sottrarre i conti di importo inferiore ai 20.000 euro al prelievo forzato del 6,75% previsto inizialmente dalla proposta dell'Eurogruppo per tutti i depositi inferiori ai 100.000 euro. 

Già da ieri circolavano con insistenza voci di una possibile riduzione dal 6,75 al 3% dell'imposta sui depositi inferiori ai 100.000 euro contro un innalzamento dal 9,9 al 12,5% per quelli di importo superiore allo scopo di mantenere un prelievo per complessivi 5,8 miliardi come richiesto dall'Ue. Ma nulla si è concretizzato. La proposta di maggiore tutela per i piccoli risparmiatori - venuta ieri dall'Eurogruppo - è rifiutata da Anastasiades, che teme il fuggi fuggi dei correntisti stranieri, soprattutto degli oligarchi russi che hanno scelto Cipro come loro rifugio fiscale. 

E non trova il sostegno di Panicos Demetriades, il governatore della Banca Centrale: parlando davanti ad una commissione parlamentare convocata per discutere la situazione, il governatore ha chiarito che se i piccoli risparmiatori fossero esclusi dal prelievo forzoso, Nicosia non ce la farebbe a raccogliere la somma indicata dall'Europa. Della situazione venutasi a creare a Nicosia con il voto di stasera discuteranno domani a Bruxelles la Commissione Ue e rappresentanti del governo russo. L'incontro tra le due parti era già previsto, ma l'argomento Cipro è stato aggiunto in agenda espressamente da Mosca dopo gli ultimi sviluppi. Lo stallo cipriota è fonte di grande preoccupazione. Il presidente dell'Eurogruppo Jeroen Dijsselbloem ha cercato di tranquillizzare i partner, ribadendo che la situazione di Cipro é unica e non ci sarà alcun prelievo forzoso dai conti correnti bancari in altri Paesi europei. Dijsselbloem ha però reiterato che il prelievo è necessario e "inevitabile" per salvare Cipro. Dal governo tedesco è giunto un monito: senza approvazione del piano da parte del parlamento, non sarà possibile far partire il pacchetto di salvataggio, ha detto Berlino. E Schaeuble in serata ha detto che pur "comprendendo" le persone che manifestano a Cipro "questo non ci deve portare a prendere decisioni irrazionali e irresponsabili". E adesso che il Parlamento cipriota ha scelto di respingere le condizioni offerte, la situazione si è fatta più complicata anche per la liquidità, non solo delle banche, sull'isola. La Bce ha confermato "l'impegno a garantire la liquidità necessaria entro il quadro delle regole previste" a Cipro. Mentre per far fronte alla possibilità concreta di una scarsità di contanti, la Gran Bretagna è ricorsa ad un aereo della Royal Air Force (Raf) per trasportare sull'isola un milione di euro destinati ai circa 3.500 militari inglesi e alle loro famiglie residenti a Cipro.

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