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L'appello del Papa
Edifichiamo la pace

Al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, che riceve in udienza nella Sala Regia, papa Francesco consegna ''idealmente l'abbraccio del Papa al mondo'', a "tutti i popoli", a tutti i "concittadini", con le loro gioie, drammi, attese e desideri. 

"Uno dei titoli del vescovo di Roma" ricorda il Papa al Corpo diplomatico, è "pontefice, colui che costruisce ponti, con Dio e tra gli uomini". "Costruire ponti" è un impegno che ha chiesto a tutti i Paesi per un cammino che porti "sempre più a amare questa nostra Terra". "Come sapete - ha detto il Papa agli ambasciatori - la mia famiglia ha origini italiane, così in me è sempre vivo questo dialogo tra luoghi e culture fra loro distanti, tra un capo del mondo e l'altro, oggi sempre più vicini e interdipendenti, bisognosi di incontrarsi e di creare spazi reali di autentica fraternità", ha detto a proposito del titolo di pontefice, costruttore di ponti.

San Francesco, di cui ho scelto il nome, "ci dice: lavorate per edificare la pace. Ma non vi è vera pace senza verità", ha spiegato il Papa ricevendo gli ambasciatori di 180 nazioni. "Non si rivendichi - ha aggiunto - solo proprio diritto,senza curarsi del bene degli altri". Nel "costruire ponti" tra i popoli per la pace "è fondamentale il ruolo della religione", ha detto il Papa agli ambasciatori. "Non si possono costruire ponti senza incontrare Dio" "ma non si possono vivere legami veri con Dio, ignorando gli altri". Ha inoltre apprezzato la presenza alla messa di inizio pontificato di esponenti islamici e di non credenti.

"San Francesco ci insegna un profondo rispetto per tutto il creato, il custodire questo nostro ambiente, che troppo spesso non usiamo per il bene, ma sfruttiamo avidamente a danno l'uno dell'altro". Lo ha detto il Papa al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede. Nel suo discorso il Papa ha spiegato il legame tra il nome che ha scelto e gli insegnamenti di san Francesco validi per l'umanità di oggi.

"Quanti poveri ci sono ancora nel mondo", ha detto il Papa al Corpo diplomatico, chiedendo di "custodire chi soffre per l'indigenza". Ha ricordato san Francesco, per la lotta alla povertà materiale, e papa Benedetto, per la lotta a quella spirituale, contro la "dittatura del relativismo".

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