"Bersani sta provando a formare un governo e io spero che, per il bene dell'Italia, ce la faccia". Lo ha detto il sindaco di Firenze Matteo Renzi che, nel corso di un'intervista all'emittente fiorentina Radio Toscana ha poi ribadito: "La mia serietà e la mia lealtà sono fuori discussione". Renzi, a chi gli chiedeva se oggi sarebbe andato alla direzione nazionale del Pd a Roma, ha risposto: 'No, per un motivo molto semplice: è stata convocata all'ultimo momento, e io sto a Firenze a fare il sindaco'.
"Bisognerebbe dimezzare parlamentari, far diventare il Senato una Camera delle autonomie, e togliere il finanziamento pubblico ai partiti". Lo ha ribadito Matteo Renzi, sindaco di Firenze, ospite di Radio Toscana. All'intervistatore che sottolineava come queste proposte le avanzasse "anche Grillo", Renzi ha glissato parlando della 'Festa del grillo', una fra le più famose manifestazioni folcloristiche di Firenze.
Il governo Monti "ha rimesso in carreggiata" l'Italia "dal punto di vista della macroeconomia: il problema vero è che c'é l'economia reale di cui bisogna occuparsi di più, cioé le aziende, le famiglie che non hanno soldi", ha aggiunto Renzi. "Dall'altro lato però toccava alla politica lo sforzo di ridurre, ridurre, ridurre", ha aggiunto, riferendosi ai costi della politica: "Lo sforzo purtroppo non è stato fatto".
Sono iniziate le consultazioni di oggi di Pier Luigi Bersani che ha ricevuto un pre-incarico da parte del presidente della Repubblica in vista della formazione di un governo. I segretari di Cgil, Cisl e Uil, Susanna Camusso, Raffaele Bonanni e Luigi Angeletti, e dell'Ugl Giovanni Centrella sono i primi che il segretario vede in mattinata e sono da poco arrivati alla Camera. Poco prima era arrivato anche il leader del Pd Bersani. Il programma di oggi prevede che il segretario del Pd incontri alle 12 Rete Imprese Italia; alle 13 rappresentanti del mondo ambientalista; alle 15 don Luigi Ciotti; alle 15,30 esponenti del Forum dei giovani; alle 16 rappresentanti del Movimento europeo e del Movimento federalista europeo.
BERSANI VA AVANTI, MI RIVOLGO A TUTTI
Il presidente Giorgio Napolitano invita a "pensare all'interesse generale del Paese", parole che vengono interpretate come una sollecitazione a Pier Luigi Bersani a non escludere forme di collaborazione con il Pdl; scenario questo proposto al segretario del Pd anche da alcune delle parti sociali che egli ha incontrato in giornata. L'interessato ha replicato evitando parole polemiche verso il Pdl, ma ribadendo il profilo della propria proposta che è indirizzato "a tutto il Parlamento". Di prima mattina Napolitano, a margine della commemorazione dell'eccidio delle Fosse Ardeatine, ha detto che "abbiamo bisogno di unità, ma anche di pensare adesso all'interesse generale del Paese e di dare continuità alle nostre istituzioni democratiche". E nel pomeriggio, alle celebrazioni di un'altra strage nazista, quella di Sant'Anna di Stazzema, alla domanda sulle sue aspettative riguardo alla nascita del governo, il Capo dello Stato si è dichiarato "fiducioso". Il richiamo alla responsabilità è certamente indirizzato a tutte le forze parlamentari, ma sono state lette come rivolte soprattutto a Bersani, che anche ieri aveva escluso un accordo con il Pdl che togliendo la fiducia al governo Monti, aveva "lasciato tutti con il cerino in mano". Ostilità a questa prospettiva ribadita oggi anche da Nichi Vendola: "come si può immaginare di fare un governo insieme a quel personaggio che con i suoi assedia i tribunali?". L'alternativa sarebbe cercare il consenso di M5S.
Beppe Grillo dal suo blog ieri ha rivolto nuovi insulti a Bersani ed anche ai presidenti di Senato e Camera, Pietro Grasso e Laura Boldrini. Certo, sullo stesso blog i fan di Grillo che lo sollecitano ad un accordo sono altrettanto numerosi di quelli contrari. Ma lo stesso ex comico ha tagliato corto accusando i primi di essere "pagati" dai partiti. Nel Pd c'é chi spera che la stessa divisione si verifichi tra i senatori 5 Stelle; ma ciò dovrebbe manifestarsi entro 48 ore per poter spingere Napolitano a dare a Bersani un incarico pieno. Dopo le parole forti di ieri di Berlusconi, oggi dal Pdl sono giunti appelli a Bersani per un governo di larghe intese: "Rappresentiamo una grande parte del Paese, non possono fare a meno di noi", ha scritto su Twitter Angelino Alfano. Bersani al termine delle consultazioni ha evitato parole dure contro Pdl e Berlusconi, ed ha precisato che la sua proposta è rivolta "a tutto il Parlamento, e si basa su uno schema che consente a ciascuna forza parlamentare di riconoscervisi". Lo schema è sempre quello del doppio registro: le riforme istituzionali ed elettorale, su cui far convergere il consenso di Pdl e "montiani" (a loro volta in subbuglio), e l'azione di governo orientata al "cambiamento". Ma per essere accettato dal Pdl, questo schema richiede la garanzia che una volta insediato il governo non approvi norme "anti Cavaliere". D'altra parte il pdl avrebbe sempre il coltello dalla parte del manico: nel caso fossero approvati provvedimenti ostili, basterebbe presentare una mozione di sfiducia per mettere la parola fine al governo Bersani Insomma, ha ammesso ancora Bersani una "strada stretta" ma comunque "la piu sensata", perché le altre sono "più complicate". La grande coalizione sollecitata da alcuni interlocutori incontrati ieri significherebbe "un rinchiudersi dei partiti nel fortino, e a quel punto - ha detto Bersani - Grillo prenderebbe la Bastiglia".