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Il prefetto: la
risposta dello
Stato ci sarà

Lo Stato risponderà con forza alla intimidazione di cui è stato fatto bersaglio il giornalista Leonardo Orlando, nostro corrispondente da Barcellona. È quanto ha assicurato ieri il prefetto Stefano Trotta allo stesso cronista che assieme alla compagna Maria Cristina Nicotina, assistente della polizia di Stato e al collega Nuccio Anselmo, consigliere dell’Ordine dei giornalisti di Sicilia, è stato ricevuto al palazzo del Governo. Il Prefetto - che ha seguito con particolare attenzione anche l’attività lavorativa svolta dall’assistente Nicotina che lavora sul territorio di Barcellona -, ha manifestato forti sentimenti di solidarietà ed ha garantito che sarà fatto tutto il possibile per scoprire gli autori dell’intimidazione. Quella di ieri è stata una giornata intensa sul fronte investigativo. Carabinieri e polizia hanno lavorato in modo serrato per fare chiarezza sia sulla dinamica dell’attentato che lunedì notte ha distrutto la Ford Focus del giornalista parcheggiata davanti alla sua abitazione in via Cesare Battisti a S. Lucia del Mela, sia per cercare di ricostruire cause e autori. Il sostituto procuratore di Barcellona, Mirko Piloni, ha aperto ufficialmente l’inchiesta e dopo aver disposto nell’immediato il sequestro dell’auto ha chiesto alle forze dell’ordine di raccogliere ogni minimo indizio utile per risalire ai responsabili dell’azione criminosa. Un lavoro meticoloso per cercare - come ha sottolineato anche il questore Carmelo Gugliotta - di dare una risposta in tempi rapidissimi. Gli uomini del Commissariato di Barcellona, del Reparto prevenzione crimine di Catania e della Squadra mobile di Messina, hanno effettuato controlli straordinari e la notte scorsa numerose perquisizioni domiciliari in case di persone “note” sia a Barcellona che in tutto l’hinterland tirrenico. Nel corso dei controlli - come riferiamo in altro articolo a pagina 36 - si è proceduto anche a una denuncia per possesso di droga e armi. Controlli che proseguiranno anche nei prossimi giorni e che saranno concentrati soprattutto a S. Lucia del Mela. E si andrà anche a verificare eventuali minacce che lo stesso cronista ha ricevuto negli ultimi tempi per servizi giornalistici sulla mafia di Barcellona, ma relativi anche ad attività d’indagine della Procura legata a reati commessi nel settore della pubblica amministrazione e ai danni di industrie della zona. Ma anche tanti altri fatti dei quali Orlando si è occupato nell’ultimo anno, a cominciare dagli articoli sulla latitanza di Filippo Barresi e sulla sua successiva cattura, quando il cronista avrebbe detto di essersi ritrovato da solo a dover affrontare le fasi successive all’arresto, per raccogliere quelle notizie indispensabili per redigere l’articolo. In tutti i casi ad Orlando - sentito subito dopo l’attentato - è stato chiesto di riferire ogni dettaglio, anche quello più apparentemente insignificante che possa costituire il presupposto che ha determinato l’intimidazione. Su quanto riferito dal cronista nelle ore successive al fatto criminoso ovviamente vige il massimo riserbo. Sembrerebbe comunque che gli inquirenti stiano lavorando anche per individuare delle testimonianze che potrebbero essere utili. Dell’intimidazione si sta occupando anche “Ossigeno per l’in - formazione”, l’Osservatorio nazionale dell’Ordine dei giornalisti che segue i casi di cronisti vittime di simili azioni.

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