"Il Pd avanzi una candidatura. Ci va bene quella del segretario Bersani, così come altre candidature". Così Silvio Berlusconi al Quirinale.
Con la delegazione del Pdl si sono aperte le consultazioni lampo decise ieri da Giorgio Napolitano. Nel pomeriggio il Presidente della Repubblica vedrà in successione il Movimento 5 Stelle, Scelta Civica e chiuderà con la delegazione del Pd alle ore 18.
Berlusconi, al termine delle dichiarazioni della delegazione Pdl-Lega al Quirinale, ha voluto precsiare che con Napolitano non ha parlato di nomi per il futuro inquilino del Colle. Ed ha confermato la ferma intenzione di procedere con un governo 'politico'.
Il prossimo governo "deve essere un governo politico, vista l'esperienza tragica del governo tecnico", ha detto Berlusconi dopo il colloquio con Napolitano.
"Siamo disponibili ad incontrarci con le altre forze politiche e a determinare quei provvedimenti urgenti che si impongono per quanto riguarda la difficilissima situazione dell'economia; abbiamo già avuto modo di esaminare a fondo le proposte delle altre forze politiche e crediamo che ci possa essere accordo sui provvedimenti principali". Così Silvio Berlusconi, al termine dell'incontro con Giorgio Napolitano.
M5S, IPOTESI FIDUCIA A "PSEUDO TECNICI" - Spunta l'ipotesi di appoggio ad un candidato "pseudo tecnico" da parte del M5S. Non si tratta di una vera e propria apertura, ma in queste ore i parlamentari del Movimento ne starebbero parlando in vista delle consultazioni con il presidente Giorgio Napolitano al Quirinale.
BERLUSCONI, GOVERNO PD-PDL-LEGA-SCELTA CIVICA - "Siamo ancora disponibili a dare vita ad un governo di coalizione cui partecipi il Pd, il Pdl, la Lega e Scelta Civica". Così Silvio Berlusconi al Quirinale. "Per quanto riguarda i contenuti siamo disponibili a incontrarci con le altre forze politiche ed esaminare nel dettaglio i provvedimenti per la difficilissima situazione del Paese", aggiunge il leader del Pdl. "Crediamo che possa esserci un accordo. La nostra posizione è chiarissima: non riteniamo che ci sia una altra posizione", conclude.
GRASSO, SENZA GOVERNO PARLAMENTO NON PUO' LAVORARE - "Mi aspetto che finalmente questo paese abbia un Governo" perché "senza è impossibile" far lavorare il Parlamento: lo dice il presidente del Senato Pietro Grasso in visita a Palermo.
VENDOLA, NON C'E' RINUNCIA DEFINITIVA - "Non mi pare proprio che ci sia una rinuncia definitiva di Bersani". Lo ha detto il leader di Sel, Nichi Vendola, commentando con i giornalisti le consultazioni del presidente della Repubblica. "Oggi - ha aggiunto - ribadiremo un concetto al presidente Napolitano: Bersani rappresenta l'unico spiraglio, l'unica possibilità di uscire da questa situazione ingarbugliata e anche pericolosa. Credo bisognerebbe consentire al capo della coalizione di centrosinistra di portare davanti alla Camere il suo programma e la sua idea di governo".
di Milena Di Mauro
Pierluigi Bersani sale al Quirinale senza i numeri ma il suo tentativo non può dirsi ancora fallito, semmai 'congelato'. Di fronte allo "stallo" che il leader del Pd denuncia nel colloquio di oltre un'ora e mezzo con Giorgio Napolitano, il meno 'notarile' dei Presidenti della storia repubblicana entra in partita direttamente e "senza indugio", per verificare con consultazioni lampo in 24 ore se questo stallo può essere superato, se c'é una soluzione più forte di quella prospettata dal leader Pd o se alla fine Bersani dovrà andare con un incarico pieno a cercare la fiducia in Parlamento.
Stasera, o al più tardi domani mattina, si capirà se e come Napolitano riuscirà a portare il Paese fuori dalle secche di questa crisi. Dopo "l'esito non risolutivo" del tentativo di Bersani, il Capo dello Stato si propone "senza indugio" di esperire "iniziative per gli sviluppi possibili del quadro politico-istituzionale". In sostanza, valuterà in prima persona se ci sono ancora degli spiragli (soprattutto sul fronte del Pdl, determinatissimo a spuntare il nome del prossimo inquilino del Colle senza spazi di trattativa) che consentano al segretario del Pd di proseguire la sua corsa o se si dovranno cercare delle alternative come, per esempio, un governo del presidente con un programma definito e guidato da un tecnico di rango a cui affidare l'incarico in tempi strettissimi, forse già da domani sera, si ragiona in ambienti parlamentari. Tant'é che stanno già circolando i nomi di Saccomanni, Cancellieri e Giovannini (il presidente dell'Istat) per questo ipotetico incarico.
Il leader del Pd, dopo aver accettato "con la massima determinazione" il preincarico, si ritrova dopo una settimana di consultazioni alla casella del via del gioco dell'oca. A Napolitano spiega le ragioni dello stallo: "difficoltà derivate da preclusioni e condizioni che non ho ritenuto accettabili", scandisce senza mai pronunciare la parola "rinuncia" (della quale non v'é traccia neppure nella nota del Quirinale, letta dal segretario generale Donato Marra).
La partita, dunque, resta aperta ed è tutta nelle mani del Capo dello Stato. Bersani è ancora in campo e, finché Napolitano non avrà verificato che non ci siano ipotesi più forti e soluzioni più solide, il suo nome resta. Intanto il Pdl si prepara ad aprire domani il giro delle consultazioni (potrebbe essere Berlusconi stesso a salire al Quirinale) portando a Napolitano la disponibilità alle larghe intese insieme alla pretesa che il suo successore al Colle sia una 'figura di garanzia'.
Di certo il Cavaliere ha dimostrato non solo di poter sedere al tavolo delle trattative, ma di poterlo fare in modo da determinarne le sorti. Il Movimento 5 stelle di Grillo rompe ancora gli schemi lanciando oggi una provocazione: si può andare avanti anche senza un governo, il Parlamento può legiferare e fare una nuova legge elettorale. I montiani di Scelta Civica si affidano a loro volta con fiducia al Presidente della Repubblica, dopo aver fatto capire al mattino al leader del Pd che il loro appoggio era in bilico: "Non c'é la svolta da noi richiesta". Delicatissima anche la partita che si gioca nel Pd, e soltanto rinviato, in attesa delle iniziative del Colle, il redde rationem tra chi punta alle larghe intese ed al governo del presidente e chi (come anche gli alleati di Sel) vuole l'incarico pieno al segretario.
SONDAGGI: SWG; 50% VUOLE RITORNO A VOTO E 35% CONFERMA COLLE - All'indomani dell'incontro tra Pier Luigi Bersani e il Capo dello Stato, la metà degli italiani (50%) vuole tornare subito al voto. Inoltre, il 35% vorrebbe la conferma di Napolitano al Colle. E' quanto emerge da un sondaggio di Swg per Agorà (Rai tre). Se per il ritorno alle urne è la metà degli intervistati, poco più di un italiano su 3 (35%), invece, è convinto che la soluzione migliore sarebbe la formazione di un governo Pd-Pdl, seppure a termine. Quanto alla conferma di Napolitano, ad essere favorevole ad un nuovo mandato è oltre la metà degli elettori di centrosinistra (54%) contro il 24 percento di quelli di centrodestra. Un elettore su 4 del Movimento 5 Stelle, infine, é d'accordo con un 'bis'. Questa la risposta degli intervistati alla domanda su cosa ritengano debba avvenire dopo un fallimento di Bersani: - Governo a termine Pd-Pdl 35%. - Tornare subito al voto 50%. - Non sa 15%. Questa la risposta degli intervistati ad una conferma dell'attuale presidente della Repubblica: - Italiani favorevoli a Napolitano bis: 35%. - Elettori centrosinistra 54%. - Elettori centrodestra 24%. - Elettori M5S 25%. Il sondaggio è stato realizzato da SWG Spa-Trieste per Agorà-RAI 3 nei giorni 26-27 marzo 2013 tramite sondaggio online CAWI e telefonico CATI su un campione casuale probabilistico stratificato e di tipo panel ruotato di 1500 soggetti maggiorenni (su 4900 contatti complessivi), di età superiore ai 18 anni. Il campione intervistato online è estratto dal panel proprietario SWG. Tutti i parametri sono uniformati ai più recenti dati forniti dall'ISTAT. I dati sono stati ponderati al fine di garantire la rappresentatività rispetto ai parametri di sesso, età e macro area di residenza. Il margine d'errore massimo è di +/- 2,9%.
Caricamento commenti
Commenta la notizia