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Copyright, nuove accuse
contro Apple

Non c'é pace per la Apple in Cina. Una casa di produzione statale, la Shanghai Animation Film studio, specializzata in cartoni animati, ha citato in giudizio l'azienda americana dinanzi a un tribunale di Pechino, accusandola di aver venduto senza autorizzazione alcuni suoi film, chiedendo un risarcimento di 3,3 milioni di yuan (oltre 350.000 euro). La Shanghai Animation Film Studio, che ha prodotto film di successo come The Monkey King (Il re scimmia) sostiene che Apple abbia violato la normativa sulla proprietà intellettuale procurando servizi di download non autorizzati di 110 suoi films, tra cui 'Calabash Brothers' e 'Black Cat Detective'. 
Lo scorso mese di settembre un tribunale di Pechino aveva condannato già la Apple al pagamento di 520.000 yuan (oltre 55.000 euro) all'Encicolopedia Cinese per aver fornito negli Apple Store servizi non autorizzati di download. Ieri l'altro, un'altra società di Shanghai, la Zhi Zhen Internet Technology Co Ltd, aveva annunciato di trascinare in tribunale l'azienda di Cupertino accusandola di aver copiato un suo brevetto, simile al servizio Siri dell'Apple. Intanto, riferisce la stampa locale, l'Amministrazione Generale per la supervisione alla qualità, ispezione e quarantena, ha dichiarato ieri che i servizi di post vendita e relativi alla garanzia offerti da Apple in Cina violano la normativa vigente in materia e necessitano quindi delle modifiche. L'annuncio arriva dopo che da vari giorni l'azienda americana é al centro di numerose polemiche e critiche che insistono prevalentemente sul fatto che gli standard dei servizi post vendita di Apple nei paesi occidentali sono più elevati e che ai clienti occidentali viene riservato un trattamento migliore rispetto ai clienti cinesi.
 In particolare si punta il dito sul fatto che nei paesi occidentali se il possessore di un iPhone ha un problema col suo apparecchio, gliene viene dato uno nuovo in sostituzione cosa che non avviene in Cina dove viene restituito il vecchio iPhone riparato. E questo sarebbe fatto per evitare di dover estendere, sul nuovo apparecchio dato in sostituzione di quello rotto o difettato, un altro anno di garanzia. La Apple, almeno sinora, non ha replicato esplicitamente alle accuse, ragione per la quale i media statali hanno parlato di "arroganza". L'Amministrazione per l'industria e il Commercio cinese ha deciso che un osservatorio speciali sorvegli la situazione e punisca eventuali atti illegali relativi alle politiche sulla garanzia. Secondo quanto fatto sapere dalla CCTV, la tv statale cinese, sarebbero nelle ultime settimane almeno una cinquantina gli editoriali pubblicati contro la Apple, in quella che appare la più grande crisi sinora vissuta dall'azienda di Cupertino nel paese del dragone.

Non c'è pace per la Apple in Cina. Una casa di produzione statale, la Shanghai Animation Film studio, specializzata in cartoni animati, ha citato in giudizio l'azienda americana dinanzi a un tribunale di Pechino, accusandola di aver venduto senza autorizzazione alcuni suoi film, chiedendo un risarcimento di 3,3 milioni di yuan (oltre 350.000 euro). La Shanghai Animation Film Studio, che ha prodotto film di successo come The Monkey King (Il re scimmia) sostiene che Apple abbia violato la normativa sulla proprietà intellettuale procurando servizi di download non autorizzati di 110 suoi films, tra cui 'Calabash Brothers' e 'Black Cat Detective'. 

Lo scorso mese di settembre un tribunale di Pechino aveva condannato già la Apple al pagamento di 520.000 yuan (oltre 55.000 euro) all'Encicolopedia Cinese per aver fornito negli Apple Store servizi non autorizzati di download. Ieri l'altro, un'altra società di Shanghai, la Zhi Zhen Internet Technology Co Ltd, aveva annunciato di trascinare in tribunale l'azienda di Cupertino accusandola di aver copiato un suo brevetto, simile al servizio Siri dell'Apple. Intanto, riferisce la stampa locale, l'Amministrazione Generale per la supervisione alla qualità, ispezione e quarantena, ha dichiarato ieri che i servizi di post vendita e relativi alla garanzia offerti da Apple in Cina violano la normativa vigente in materia e necessitano quindi delle modifiche. L'annuncio arriva dopo che da vari giorni l'azienda americana é al centro di numerose polemiche e critiche che insistono prevalentemente sul fatto che gli standard dei servizi post vendita di Apple nei paesi occidentali sono più elevati e che ai clienti occidentali viene riservato un trattamento migliore rispetto ai clienti cinesi.

 In particolare si punta il dito sul fatto che nei paesi occidentali se il possessore di un iPhone ha un problema col suo apparecchio, gliene viene dato uno nuovo in sostituzione cosa che non avviene in Cina dove viene restituito il vecchio iPhone riparato. E questo sarebbe fatto per evitare di dover estendere, sul nuovo apparecchio dato in sostituzione di quello rotto o difettato, un altro anno di garanzia. La Apple, almeno sinora, non ha replicato esplicitamente alle accuse, ragione per la quale i media statali hanno parlato di "arroganza". L'Amministrazione per l'industria e il Commercio cinese ha deciso che un osservatorio speciali sorvegli la situazione e punisca eventuali atti illegali relativi alle politiche sulla garanzia. Secondo quanto fatto sapere dalla CCTV, la tv statale cinese, sarebbero nelle ultime settimane almeno una cinquantina gli editoriali pubblicati contro la Apple, in quella che appare la più grande crisi sinora vissuta dall'azienda di Cupertino nel paese del dragone.

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