Quando, intorno alle 3.30, sono sbarcati sul molo di Lampedusa da una motovedetta della Guardia Costiera che li aveva soccorsi sembravano dei fantasmi. Alcuni camminavano barcollando senza riuscire nemmeno a stare in piedi, altri si gettavano senza forze sulla banchina, subito avvolti nelle coperte termiche e trasportati al Poliambulatorio dell'isola. Per due di loro, dall'apparente età di vent'anni, non c'era però più nulla da fare: sono morti subito dopo essere stati raccolti dalla motovedetta, stremati dal freddo e dalla fatica. Il medico legale non ha potuto fare altro che constatarne la morte per "ipotermia", come recita il certificato trasmesso alla Procura di Agrigento che ha già aperto un'inchiesta contro ignoti per individuare i responsabili dell'ennesima tragedia dell'immigrazione. Sono scene già viste in passato quelle che la notte scorsa, come in un tragico replay, hanno animato il porto di Lampedusa. Con l'arrivo della primavera e del bel tempo, le traversate dalle coste nordafricane verso l'Europa sono riprese a ritmo sostenuto. Nel giro di 48 ore quasi 500 migranti sono approdati sull'isola delle Pelagie dopo essere stati tratti in salvo nel Canale di Sicilia dalle motovedette della Guardia costiera e dalla nave Cassiopea della Marina militare. Complessivamente negli ultimi due giorni sono stati registrati cinque sbarchi, mentre un sesto barcone è stato soccorso dalla Marina maltese. Le operazioni si sono svolte a circa 80-90 miglia da Lampedusa, più vicino alle coste libiche che a quelle italiane, in condizioni proibitive, con mare forza 5 e forte vento da nordovest. Tutti i migranti giunti a Lampedusa sono stati subito trasferiti nel Centro di prima accoglienza di contrada Imbriacola che è di nuovo in emergenza, come ha sottolineato il sindaco dell'isola Giusi Nicolini. "Il Centro - ha ricordato - attualmente conta solamente 300 posti disponibili e non più gli oltre 800 di prima. Mi batterò affinché venga rispettata la regola della breve permanenza all'interno del Cpsa". Il sindaco ha anche disposto che le due vittime della traversata vengano seppellite nel cimitero di Lampedusa, dove si trovano già un centinaio di tombe senza un nome. Cordoglio per l'ennesima tragedia del mare avvenuta nel Canale di Sicilia viene espresso, oltre che da Giusi Nicolini, da numerose organizzazioni umanitarie. "Quanto avvenuto conferma come purtroppo quello degli sbarchi sia un fenomeno che si ripresenta a fasi cicliche con il suo carico di tragedie e di sofferenza" dice José Angel Oropeza, direttore dell'ufficio di coordinamento dell'Organizzazione Internazionale per le Migrazioni (Oim). E anche l'Alto commissariato Onu per i rifugiati osserva che "nonostante il drastico calo degli arrivi via mare registrato nello scorso anno il Canale di Sicilia continua a rappresentare la via di fuga da violenze e persecuzioni per persone che accettano di viaggiare in condizioni disperate pur di ottenere protezione".(ANSA).