Sarà Sebastiano Ardita, procuratore aggiunto a Messina, a “difendere” il pm di Palermo Nino Di Matteo nel procedimento disciplinare aperto a suo carico dal pg della Cassazione. L’avviso dell’avvio del procedimento è stato notificato al sostituto nelle scorse settimane. Sotto “inchiesta” è finito anche il procuratore di Palermo Francesco Messineo che ancora non avrebbe indicato un difensore. Nei procedimenti disciplinari i magistrati possono farsi assistere da colleghi o da avvocati. L’azione del pg nasce da un’intervista rilasciata a giugno da Di Matteo: per il procuratore generale della Cassazione il pm avrebbe rivelato l’esistenza delle telefonate intercettate tra l’ex ministro Nicola Mancino e il capo dello Stato Napolitano, violando il dovere di riserbo a cui è tenuto. A Messineo si contesta invece di non avere segnalato la violazione del suo sostituto. L’iniziativa del pg potrebbe chiudersi con la richiesta di archiviazione o con quella di incolpazione: su entrambe dovrà poi pronunciarsi il Csm. Ardita è un profondo conoscitore di molti dei passaggi cruciali sulla trattativa Stato-mafia, visto che per molti anni è stato al Dap. Ma c’è un altro aspetto della vicenda, ovvero il silenzio assordante di questi giorni intorno al magistrato palermitano che ha ricevuto gravissime minacce di morte considerate dagli inquirenti molto credibili, e nessuna voce istituzionale s’è alzata per stare accanto a Di Matteo in questa delicata fase della vita dell’intero Paese. Ieri è intervenuta sul caso Di Matteo l’europarlamentare Sonia Alfano, presidente della Commissione antimafia europea: «Sottoscrivo e mi faccio completamente carico dell’appello da associazioni, giornalisti e artisti relativo a quanto sta accadendo a Palermo in questi ultimi giorni e alle minacce concrete che riguardano il dottore Di Matteo e altri magistrati impegnati in difficili indagini e processi a Palermo e a Caltanissetta. Sto informando i colleghi deputati della Crim e il presidente Schulz di quanto sta accadendo e affronterò la questione durante la seduta plenaria del Parlamento Europeo a Strasburgo tra due lunedì».