Roberto Maroni a Pontida ha portato alcune buste contenenti "i diamanti di Belsito". Nel dare l'annuncio ha ricordato l'impegno preso un anno fa quando la Lega venne travolta dalle inchieste sulla gestione dell'ex tesoriere. Maroni ha invitato i segretari nazionali a consegnare i 13 diamanti alle "sezioni più meritevoli". "I veri diamanti - ha detto Maroni - sono i militanti. Eccoli qua i diamanti di Belsito. Sono per i militanti, per le sezioni". Poi ha aggiunto: "Valgono 10 mila euro l'uno e li voglio dare alle sezioni. Li consegnerò ai militanti che si sono impegnati, che si rimboccati le maniche e tengono alto l'onore della Lega. Si impegnano non per se stessi o per le proprie poltrone". Al termine del comizio Maroni ha preso in mano alcune buste con dentro i diamanti e, ridendo, ha fatto il gesto di lanciarli tra i militanti.
MARONI, SE SERVE FAREMO GUERRA A ROMA - "Se serve faremo guerra a Roma e al governo": lo ha detto il segretario della Lega Roberto Maroni a Pontida. Sul 75% delle tasse e il patto di stabilità "tratteremo - ha aggiunto -, fino al 31 dicembre abbiamo tempo per trattare, altrimenti ci impegnamo a superare autonomamente i vincoli imposti da Roma". Maroni ha utilizzato gran parte del suo discorso conclusivo a Pontida per spiegare che la creazione di una macroregione del nord e l'ottenimento di "almeno il 75% del gettito fiscale sul territorio" sono i traguardi che la Lega non potrà mancare nei confronti del solito nemico 'di Roma'. E ha utilizzato le sue parole ultimative nei confronti del governo centrale anche per rispondere ad Umberto Bossi che poco prima, dallo stesso palco, lo aveva invitato a non rinunciare a dar battaglia anche a Roma senza arroccarsi al nord. "E' chiaro - ha detto Maroni - che i nostri parlamentari a Roma agiranno insieme a noi al nord. Caro Umberto, devi andare giù a fare guerra al governo insieme a noi e ai nostri parlamentari".
"Hanno fatto il decreto per dare i soldi a quei comuni del sud che non li hanno. I nostri comuni i soldi li hanno. Ecco il graNde inganno del governo che deve andare subito a casa". Lo ha detto Roberto Maroni parlando dal palco di Pontida.(
BOSSI CONTRO MARONI 'COMBATTI ANCHE A ROMA' "Non la penso come Maroni quando dice che ce ne stiamo al nord e ce ne freghiamo di Roma: noi dobbiamo combattere su tutti i fronti, anche a Roma". Lo ha detto il presidente della Lega Umberto Bossi dal palco delle Lega. "Non ho fatto la Lega per romperla, la miglioreremo". Lo ha detto Umberto Bossi dal palco di Pontida. Ai militanti che protestavano ha detto che la loro protesta "é stata capita: la base deve contare di più e conterà" poi: "niente insulti e niente fischi", ha chiesto prima di abbracciare Maroni. "Chi ha detto che tutto va bene è un leccaculo. Ma tutto è ancora rimediabile", ha poi detto Bossi dal palco delle Lega di Pontida. Proprio perché "é stata capita" la protesta di quei militanti che sono arrivati fino a Pontida per fischiare, dal palco Bossi si è rivolto in particolare ai veneti, per assicurare il suo appoggio alla richiesta di congressi. "Ai fratelli veneti dico che ormai tutto è commissariato - ha spiegato il presidente della Lega - ed è arrivato il momento che si facciano i congressi". "La Lega non si sta dividendo, come i lecchini del regime scrivono sui giornali", ha assicurato Bossi, che però ha sostenuto che nel Carroccio ci sono problemi di democrazia interna. "A me spiace che la base venga trattata un po' male perché non ha strumenti per difendersi", ha spiegato. Per questo ha proposto che ogni anno i militanti possano valutare i loro dirigenti e "poterli mandare via se non vanno bene". Certo, ha concluso Bossi, "c'é il rischio di litigare ma non siamo ancora a quel livello, siamo in grado di modificare le cose".
Sono volati insulti e anche qualche spintone fra una ventina di militanti leghisti al raduno di Pontida, dopo che alcuni di loro - probabilmente veneti - hanno esposto un manifesto che raffigura il segretario Roberto Maroni come Pinocchio. La scenetta è avvenuta in un angolo del pratone mentre dal palco parlavano alcuni dirigenti di secondo piano del movimento: la situazione poi è tornata alla calma.
ZAIA, PONTIDA ESSENZA MACROREGIONE - "Oggi Pontida rappresenta l'essenza di quello che è la macroregione". Lo ha detto il presidente del Veneto, Luca Zaia, parlando a margine dell'inaugurazione della 47/a edizione di Vinitaly. "Andremo lì - ha spiegato - a sottoscrivere un patto importante, avremo modo di portare le nostre istanze". "Soprattutto - ha aggiunto Zaia - alla luce di questo irragionevole ultimo decreto che è stato fatto, che premia delle realtà come la Sicilia, non virtuose, e penalizza ancora le nostre 600mila imprese ed i 5 milioni di veneti". "Se dovessimo fare una sintesi di tutto quello che si è detto e si è scritto sulla Lega, molto probabilmente ci accorgeremmo che veramente si sono sprecati fiumi d'inchiostro". Lo ha detto all'ANSA il governatore del Veneto, Luca Zaia, commentando le ipotesi di un'eventuale scissione da parte dei bossiani nella Lega dopo Pontida.
TOSI, PONTIDA MOTIVO SPERANZA PER LA NOSTRA GENTE - "Credo che Pontida sarà una bella manifestazione, finalmente si torna a programmi concreti". Lo ha detto all'ANSA il sindaco di Verona, Flavio Tosi, rispondendo ad una domanda sulle spinte scissioniste da parte dei fedelissimi di Bossi nella Lega. "A Pontida - ha spiegato Tosi, che è anche segretario veneto del Carroccio - parleremo di macroregione, spiegando cos'é e quali vantaggi può comportare, in che tempi si può realizzare". "Quindi - ha aggiunto - si dà forse di nuovo un segnale ed un motivo di speranza alla nostra gente, che evidentemente era rimasta delusa da tanti anni di obiettivi che, per un motivo o per l'altro, non erano stati raggiunti". "Adesso finalmente si può vedere qualcosa di raggiungibile" ha concluso Tosi.