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Varato dalla giunta
il piano del traffico

Dopo 15 anni dall’incarico diventa realtà il Piano urbano del traffico. Il sindaco Pino che lo aveva commissionato alla fine degli anni ’90, nel corso della sua prima esperienza a palazzo dell’Aquila, lo ha ripreso nel 2011e ieri la giunta ha approvato la delibera con la quale viene adottato il Piano generale del traffico urbano redatto dall’ing. Stefano Ciurnelli. Adesso tale strumento verrà messo a disposizione dei cittadini per 30 giorni per consentire eventuali osservazioni e poi sarà trasmesso al commissario che opera in sostituzione del consiglio comunale per la definitiva approvazione. Un Piano che appare diverso dalla bozza che in passato il tecnico aveva predisposto in quanto modifiche all’assetto viario ed in particolare l’apertura dell’asse viario hanno determinato esigenze diverse. Attenzione dunque alle cento pagine di grafici e note per capire se veramente queste nuove direttive in materia di viabilità sapranno rendere più fluida una circolazione che negli ultimi anni, in determinati periodi è diventata molto critica. E l’attesa per questo Piano del traffico ne è la dimostrazione. Ad esempio sarà utile capire come si intende concretamente rendere fluida la circolazione per quel che concerne l’ingresso e l’uscita dal centro cittadino visto che, soprattutto nei giorni festivi, si creano grossi ingorghi sia all’uscita dell’asse viario, sia nelle strade che immettono alla marina Garibaldi. Stesso discorso per coloro che dal Capo devono raggiungere la marina Garibaldi, con incolonnamenti lungo la via San Francesco e poi sullo stesso Lungomare per la presenza della strettoia di via Nino Ryolo, dove il contemporaneo passaggio dei pedoni finisce col rallentare la viabilità e quindi provocare altre colonne di auto. Ma il discorso vale anche per la via Giorgio Rizzo, via Umberto I e altre arterie del centro spesso “soffocate” dall’eccessiva presenza di vetture. Chiarimenti che una prosisma venuta del progettista a Milazzo certamente farà. Da quanto emerge da una sommaria disamina della “carte” progettuali si apprende che sarebbero una decina gli accorgimenti previsti per migliorare la viabilità urbana e interessano largo dei Mille, l’intersezione tra via Cristoforo Colombo, via Impallomeni e via Umberto I, l’area adiacente piazza San Papino, la riviera di Ponente (asse viario – via Matteotti), lo snodo di via Migliavacca- piazza Sacro Cuore ed ancora l’area del porto. Ma scendiamo nel dettaglio. Previste due rotatorie e una zona a traffico limitato (Ztl) al Castello, la possibilità di chiusura temporanea del lungomare di levante e la messa in sicurezza di alcune strade secondarie della riviera di Ponente. Altri interventi riguarderanno poi la sosta, che secondo gli studi effettuati dal professionista di Perugia, rappresenta la maggiore criticità della città proprio per i limitati spazi a disposizione e per i tempi di parcheggio utilizzati dagli automobilisti. All’interno di tale strumento anche la possibile estensione dell’area pedonale nella zona del Municipio e l’istituzione anche di uno spazio temporaneo in via Crispi e lungomare Garibaldi. Sarà sufficiente? Progetti di questo tipo possono ricevere risposte solo sulla strada. Di certo questo Put – che la legge rende obbligatorio per i Comuni superiori a 30 mila abitanti – è stato da sempre visto come il “toccasana” di tutti i mali della viabilità. Un po’ come lo è stato l’asse viario quando si decise di realizzarlo. Rotatorie, parcheggi multipiano, Ztl sono innovazioni importanti. Vanno però realizzate e a quel punto si comprenderà se saranno determinanti. Tempi di attuazione? Il sindaco Pino in una breve dichiarazione evidenzia che l’obiettivo è attuare questi interventi «entro un biennio con un impegno relativamente limitato di risorse al fine di migliorare le condizioni della circolazione e della sicurezza stradale, ridurre l’inquinamento acustico ed atmosferico, contenere i consumi energetici nel rispetto dei valori ambientali». «Aver dotato la città di un Piano generale del traffico urbano dopo decenni di attesa –ha detto Pino –costituisce di certo un riferimento per la gestione della mobilità, dopo anni di interventi estemporanei ».

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