Ore cruciali nella trattativa per il Quirinale. Il termometro politico registra sempre più intensi contatti tra Pd e Pdl, ancora alla ricerca di un'intesa su un nome condiviso: domani Pier Luigi Bersani potrebbe incontrare Silvio Berlusconi e mettere sul tavolo la sua rosa di nomi. Ma nella partita prova a entrare anche Beppe Grillo, che con i suoi 163 parlamentari è il terzo kingmaker di queste elezioni presidenziali: potrebbe riaprirsi la partita del governo, lascia intendere, se Bersani convergerà su una personalità gradita ai 5 Stelle. E così a un giorno dall'inizio delle votazioni in Aula, gli scenari aperti sono ancora numerosi. La via maestra resta quella di un'intesa tra Pd e Pdl che, con i voti anche di Scelta civica, incoroni il successore di Giorgio Napolitano con la maggioranza dei due terzi dei grandi elettori. Perché se è vero che nel weekend i toni del dibattito politico si sono alzati, la trattativa per il Colle non si è mai arrestata. E gli sherpa sono in continuo contatto per preparare il campo all'incontro decisivo tra il segretario del Pd e il Cavaliere, che potrebbe svolgersi domani. Giuliano Amato e al momento tra i più quotati,seguito da Massimo D'Alema. Tant'é che su di essi in queste ore ragionano anche gli altri partiti (Scelta civica direbbe sì ad Amato; la Lega non pone veti su D'Alema, mentre al presidente della Treccani dice no). I due nomi, ai quali in ambienti Pd si continua ad affiancare anche quello di Franco Marini, saranno nella rosa che Bersani presenterà a Berlusconi. Ma il segretario potrebbe avere in serbo, gira voce, una carta al momento ancora 'coperta', un nome alto che potrebbe essere quello di un giudice costituzionale come Sabino Cassese o Franco Gallo, entrambi con alle spalle un'esperienza da ministri del governo Ciampi. Ad ogni modo, se anche si riuscisse a trovare un'intesa su un nome, spiegano in ambienti parlamentari, non è detto che la convergenza si trasformi in un'elezione in uno dei primi tre scrutini, anche se il tentativo sarà proprio questo. Si teme infatti che la soglia dei due terzi si trasformi in una trappola per l'azione di 'franchi tiratori'. E allora c'é anche la possibilità, se non c'é una chiara condivisione tra i grandi elettori di Pd e Pdl, che in prima istanza ciascuno scelga un candidato di bandiera, per poi convergere alla quarta sul nome condiviso. Si moltiplicano gli scenari, invece, in caso di mancato accordo tra Pd e Pdl. Anche per l'entrata in partita del 'quarto incomodo' M5S. Il Movimento di Grillo, infatti, oggi ha decretato che il proprio candidato è la giornalista Milena Gabanelli, che ha vinto la consultazione on-line delle Quirinarie. "Bersani la voti, poi chissà...", è l'appello di Grillo, che butta così la palla nel campo dell'avversario, provando ad allettare il leader del Pd con la prospettiva di una futura possibile "convergenza" sul governo. "Niente bandierine", replicano i democrat. Ma Grillo rilancia con il nome di Stefano Rodotà, risultato terzo per preferenze tra i 5 Stelle: "E' spendibile benissimo dalla sinistra". In ambienti Pd si insiste che in prima istanza, se salta l'accordo con il Pdl, sarebbe Romano Prodi il candidato dei dem dalla quarta votazione in poi. Ma la partita è ancora tutta da giocare. Tant'é che nelle discussioni tra parlamentari spuntano fuori ipotesi ancora non emerse, come quella che alla fine possa spuntare un nome come quello dell'ex segretario Walter Veltroni.(ANSA).