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Furnari, bruciata
l’auto del sindaco

mario foti

Identificati dai carabinieri a tempo di record gli autori dell’attentato incendiario compiuto ai danni del sindaco di Furnari. Sarebbero tre balordi del luogo, poco più che ventenni, gli autori dell’incendio appiccato poco dopo la mezzanotte di ieri all’auto, una Fiat Uno, in uso al sindaco avv. Mario Foti, che aveva parcheggiato la vettura utilizzata negli ultimi giorni sotto casa in Largo dei Pescatori nella frazione Tonnarella di Furnari a poca distanza dal noto complesso turistico portuale di Portorosa. L’identificazione dei tre presunti responsabili, tra cui vi è anche il nipote di un indagato per mafia il cui zio è stato arrestato il 5 novembre del 2010 nell’operazione antimafia “Torrente” (nel processo lo stesso sindaco è testimone fondamentale della pubblica accusa), è stata resa possibile grazie all’azione preventiva predisposta a tutela dello stesso sindaco che già nei giorni scorsi aveva ricevuto preoccupanti “avvisaglie” con le quali lo si informava dell’intenzione di taluni soggetti che avrebbero potuto compiere un attentato incendiario ai danni delle sue auto o della stessa sua persona. I tre giovani identificati nell’immediatezza, grazie al tempestivo intervento dei carabinieri della stazione di Furnari e dei militari della Compagnia di Barcellona Pozzo di Gotto coordinati dal capitano Filippo Tancon Lutteri e dal maresciallo Antonino Gringeri, per adesso sono stati denunciati in stato di libertà. L’arresto, almeno per due di essi, non è scattato perché gli indagati non sono stati colti in flagranza del reato. Tuttavia i carabinieri avrebbero raccolto consistenti indizi che presto potrebbero portare a nuovi sviluppi investigativi. Nell’immediatezza già nel corso della nottata di ieri è stata individuata e sequestrata la vettura utilizzata dal terzetto per recarsi dal centro abitato di Furnari posto in collina fino alla frazione marina di Tonnarella dove in Largo dei Pescatori, a pochi metri dall’abitazione in cui vive con la sua famiglia il sindaco, era stata parcheggiata la Fiat Uno di proprietà di una zia dell’avv. Foti. Il sindaco infatti temeva già da giorni oltre che per la sua incolumità, anche per le sue auto facile bersaglio di possibili atti incendiari. Così aveva scelto di mettere al riparo le vetture in garage e da giorni utilizzava per i suoi spostamenti una Fiat Uno che una sua zia le aveva dato in prestito. Gli attentatori così hanno rivolto le loro attenzioni all’unica auto della famiglia Foti vista in “circolazione”. Assieme all’auto utilizzata dagli incendiari per gli spostamenti dal centro di Furnari fino alla frazione di Tonnarella i carabinieri hanno anche sequestrato un giubbotto indossato da uno dei tre indagati. Si tratterebbe infatti di un capo d’abbigliamento facilmente individuabile che a quanto pare indossava colui che materialmente si sarebbe avvicinato all’auto per spandere liquido infiammabile e appiccare l’incendio. Il bagliore delle fiamme spigionatesi nella deflagrazione avrebbero permesso alle telecamere di videosorveglianza di inquadrare e riprendere la sagoma di un giovane con indosso lo stesso giubbotto sequestrato poco dopo dai carabinieri. Tutti gli elementi raccolti dai militari dell’Arma sono adesso al vaglio dei due magistrati che fin dalle prime ore dell’incendio si sono occupati del grave atto intimidatorio, i sostituti della Procura di Barcellona Pozzo di Gotto Francesco Massara e subito dopo il collega Fabio Sozio. Lo stesso sindaco Foti che ieri notte stava passeggiando nel parco urbano assieme ad uno dei suoi fratelli, ha udito la deflagrazione seguita dalle fiamme lanciando subito l’allarme, così come hanno fatto i vicini di casa che invano hanno tentato di spegnere le fiamme. Solidarietà e vicinanza è stata espressa al sindaco di Furnari dai colleghi sindaci Maria Teresa Collica con il presidente del Consiglio di Barcellona Angelo Pino e di Milazzo Carmelo Pino. Solidarietà anche dal presidente della Crim on. Sonia Alfano la quale ricorda come «Ormai da lungo tempo il primo cittadino è impegnato contro gli effetti e gli abusi della discarica di Mazzarrà S. Andrea ed è stato vittima, nel recente passato, di messaggi solo formalmente anonimi di chiara matrice mafiosa. Spero che gli inquirenti facciano luce al più presto su questo inquietante e allarmante episodio». Solidarietà è giunta anche dall’associazione antimafia “Paolo Vive” e dal movimento “Scelta civica” di Barcellona. Il primo cittadino del comune del Messinese ha parlato di «un gesto che si aspettava». «Da mesi – ha aggiunto Fori - subisco delle minacce per le mie denunce contro gli affari delle cosche che ruotano attorno alla discarica di Mazzarrà Sant' Andrea che si trova vicino al mio comune. Sono fiducioso che le forze dell’ordine sapranno scovare i colpevoli – ha concluso il sindaco – e continuerò a denunciare il malaffare nell’interesse dei miei cittadini ».

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