Venerdì 15 Novembre 2024

Montalbano, un parente
che abita a Vigata...

Rassegnamoci. Salvo Montalbano non diventerà mai questore, sarà l’unico sul territorio nazionale a girare ancora con una Fiat Tipo (che forse non si trovano neanche più i pezzi di ricambio) e non sposerà mai Livia, al massimo della trasgressione le metterà un paio di corna fugaci, ma proprio perché quasi obbligato. Montalbano, nella circostanza, è più preda che cacciatore e cede –volentieri –alla passione e ad una esperienza che, per le caste modalità con le quali è stata rappresentata in tv, definiremmo extracorporea a Livia. Fine delle novità della puntata. “Il sorriso di Angelica”, andato in onda in prima serata su Raiuno, è il primo dei nuovi quattro film tv tratti dai romanzi di Camilleri, ed è stato lo stesso autore a introdurre la fiction, raccontando la genesi del romanzo. E ha avuto un successo strepitoso: con 9 milioni 630mila spettatori (34,2%) il terzo risultato assoluto da sempre (preceduto da “La vampa di agosto”e “Gli arancini di Montalbano”) per il personaggio ormai datato 1999. Non sappiamo dirvi perché, ma la suggestione che ci ha rimandato è quella che subivamo da ragazzini quando, prima della visione delle puntate dell’Odissea, sullo schermo compariva Ungaretti a spiegarne il significato. Detto questo (che ci ricordiamo in tre), in un periodo di sconvolgimenti sociali ed economici “Il commissario Montalbano”, televisivamente parlando, rappresenta una certezza, non si tradisce e non tradisce i suoi telespettatori. L’unico che, in una qualche misura, si è evoluto è Catarella, che riesce a smanettare sul computer superando qualunque ostacolo linguistico. Magari, però, che per fiction lo mostrassero un po’ più intento al lavoro, quantomeno per dare un buon esempio a quei tanti pubblici impiegati che passano ore a giocare in ufficio. Insomma, dopo 14 anni Montalbano quasi non è più un personaggio di fantasia, ma un’entità che vive una vita parallela in quel di Vigata, dove, ogni tanto, si apre la finestra tv. È un uomo fuori dal tempo, perché i minimi rimandi alla contemporaneità (Livia per telefono gli comunica che nel suo ufficio, causa crisi, stanno procedendo a vari licenziamenti), restano comunque scollati dalla realtà. Ed è questo il pregio e il limite del prodotto. I gialli del Commissario Montalbano sono piccole oasi di racconto puro che la tv riesce a rendere al meglio delle sue potenzialità, ricostruendo un contesto scenografico e sociale tanto perfetto e calibrato quanto, alla fine –dopo, appunto, 14 anni –divenuto un po’ opaco e polveroso.

 

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