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Quirinale, fumata nera
alla terza votazione

Fumata nera anche nella terza votazione per l'elezione del presidente della Repubblica. Le schede bianche sono state 465, Rodotà ha incassato 250 preferenze, Prodi 22. Da questo pomeriggio per eleggere il nuovo Capo dello Stato basteranno 504 Grandi elettori. Tra gli altri hanno preso voti: Massimo D'Alema (34), Giorgio Napolitano (12), Cancellieri (9), Claudio Sabelli Fioretti (8), Sergio De Caprio (7), Franco Marini (6), Gianroberto Casaleggio, Ilaria Borletti Buitoni, Gherardo Colombo e Fabrizio Cicchitto (3), Sergio Chiamparino, Emma Bonino e Riccardo Merlo (4). Due voti poi anche a Castagnetti, a Di Giovanpaolo e a Martino. I voti dispersi in tutto sono stati 44, mentre le schede nulle 47.

Alla fine della terza votazione, arriva la proposta di M5S: Se il Pd voteràRodotà per il Colle"si apriranno praterie"per il Governo. Questa la linea di M5s portata da Crimi e Lombardi all'assemblea dei parlamentari. "E'il presidente dei cittadini e non dei partiti". Per cui qualunque nome indicherà Rodotà per formare un nuovo esecutivo, una volta presidente, "a noi andrà bene".

Stamani il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, ha proposto all'assemblea dei grandi elettori del Pd il nome di Romano Prodi per la presidenza della Repubblica. La proposta è stata approvata all'unanimità dall'assemblea dei grandi elettori del centrosinistra ed è stata accolta da un applauso e da una standing ovation dei presenti.

"Prodi qualifica la nostra coalizione e parla al nostro paese" ha detto Bersani, secondo quanto riferiscono alcuni partecipanti. Poi Pier Luigi Bersani ha chiamato Romano Prodi - che si trova in questi giorni in Mali come inviato Onu- per informarlo l'ex premier sull'esito dell'assemblea dei grandi elettori democrat che lo hanno acclamato come candidato alla presidenza della Repubblica.

Scelta Civica conferma Cancellieri:  "Alla terza scheda bianca, alla quarta Anna Maria Cancellieri e alla quinta si vedrà" spiega Mario Monti, durissimo con il PD: 'Sembra aver dato priorità in questo momento al disperato tentativo di salvaguardare l'unità del partito pensando più a quello che all'unità del Paese'.

"Ho incontrato Cancellieri ieri sera per informarla della nostra iniziativa: ha dato la sua disponibilità", ha spiegato Monti, nel corso di una conferenza stampa alla Camera. "Una cosa che mi è molto piaciuta - ha aggiunto il leader di Scelta Civica - è che non ha sottolineato o inquisito sui rischi di un'immagine bruciata o altro. Si è messa a disposizione con lo spirito da servitore dello Stato che la caratterizza".

Silvio Berlusconi ha convocato per l'ora di pranzo a Palazzo Grazioli un vertice con i big del Pdl. All'ordine del giorno l'atteggiamento da tenere in aula in vista della quarta votazione, quando il quorum per eleggere il presidente della Repubblica si abbassa. Diverse al momento le ipotesi in campo, tra cui la possibilità di procedere con un candidato alternativo, ma anche l'ipotesi di uscire dall'aula nel corso della quarta votazione. "Ieri c'é stato un incontro tra Scelta civica e Pdl e ci è stato proposto di convergere sulla Cancellieri ed è una valutazione che faremo più tardi - ha detto Maurizio Gasparri del Pdl aggiungendo che l'ipotesi Cancelleri - ci interessa anche per il futuro, per aprire un dialogo con un'area alternativa alla sinistra".

Franco Marini ha ritirato la propria candidatura: "E' saltata la strategia di un dialogo con il centrodestra finalizzata all'obiettivo di dare all'Italia un Governo, dinanzi alla durissima situazione del Paese. Strategia da me pienamente condivisa. Anche perché ritengo una follia il ritorno immediato alle urne con questa legge elettorale. Ovviamente con il cambio di strategia viene meno anche la mia candidatura".

"Torno a ringraziare i grandi elettori, in particolare quelli del Movimento 5 Stelle e di Sel, e i moltissimi cittadini che in questi giorni mi hanno espresso una grande e per me inattesa fiducia. Ringrazio il Movimento 5 Stelle - afferma Rodotà- che ha confermato l'intenzione di continuare a sostenere la mia candidatura. Per parte mia, non intendo creare ostacoli a scelte del Movimento che vogliano prendere in considerazione altre soluzioni".

Per la Lega, "Prodi non è votabile: ha svenduto l'Italia quando ha presieduto l'Iri". Lo spiega Massimo Bitonci. I parlamentari del Carroccio non voteranno nel corso della terza votazione e si riuniranno alle 14:30 per decidere cosa fare alla quarta.
Il M5S conferma il voto per Rodotà: "Non basterà la conversione sulla via di Capranica a farci cambiare idea" spiega Alessandro Di Battista, che chiarisce: "Se Bersani riconoscesse che Rodotà è buon candidato ma spacca i cattolici del Pd e se riconoscesse che non va bene solo perché lo abbiamo proposto noi sarebbe un passo avanti. Noi stiamo scardinando un comportamento collusivo ventennale". "Nessuno in M5S si è mai sognato di votare Prodi e non se lo sognerà nemmeno in futuro. Il nostro presidente è Rodotà" ha detto Beppe Grillo. "Il nostro slogan è a casa tutti - ha aggiunto - se ne sono già andati cinque partiti".

"Andremo avanti con Rodotà anche dopo il quarto voto" ha assicurato la capogruppo del M5S alla Camera, Roberta Lombardi.

"Adesso aspetto e non dico niente": così Matteo Renzi risponde a chi gli chiede dell'appoggio suo e dei 'suoi'' alla candidatura di Romano Prodi al Colle. Il sindaco è salito sul Frecciarossa per far rientro a Firenze.

CRITICO IL PDL, PRODI E' CONTRARIO DI CIO' CHE SERVE - "Quella di Prodi è una scelta che divide. Il contrario di quello che serve all'Italia" dichiara il vicepresidente del Senato, Maurizio Gasparri, del Pdl. "Il Pd prima ha realizzato con noi una intesa su Marini che non ha potuto o voluto onorare. E' evidente che la scelta su Prodi è di rottura" dice Fabrizio Cicchitto. "Ne abbiamo viste di tutte, vedremo anche questa. Il Pd in 24 ore ha fatto tutto e il contrario di tutto. Ha l'elettrocardiogramma impazzito" spiega Gaetano Quagliariello. Per Renato Brunetta,  "la scelta del Pd è chiaramente una scelta contro il Pdl: Romano Prodi è un uomo di parte, un uomo che divide. Ancora una volta la sinistra e Bersani confermano la loro irresponsabilità. La storiella della scelta condivisa è stata solo un bluff. Sono sempre i soliti, i soliti comunisti".

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