"Cambiamo il partito per cambiare l'Italia", "la mia ambizione è cambiare l'Italia e cambiare un partito che riflette sul suo ombelico". Così Matteo Renzi in un'intervista a Repubblica lancia la sua sfida: è pronto a candidare il suo progetto per un "nuovo riformismo". "Il Pd è in un angolo - osserva -. O ne esce oppure salta in aria". Finora il partito "ha avuto una strategia perdente in quasi tutto. Ha inseguito le formule e i tatticismi regalando la leadership della discussione una volta a Grillo, una volta Berlusconi". Renzi invita il partito a farsi "avanti con le sue idee" e a imporle al nuovo governo. A partire dal tema del lavoro, "la vera emergenza": "Bisogna semplificare e sburocratizzare".
Renzi insiste anche sul taglio "ai posti della politica" e su "via il finanziamento pubblico dei partiti". Il sindaco di Firenze sottolinea di non essere interessato alla "discussione sulle larghe intese o su Berlusconi". "Pensiamo a quel che si deve fare. Tutti sanno che io sono per andare a votare subito, ma è evidente che dopo la conferma di Napolitano al Quirinale le urne sono improbabili". L'esecutivo nascente dovrebbe a suo avviso durare "il meno possibile", "se in sei mesi o un anno realizza un po' di questi interventi, ci guadagna il Pd e il Paese". Su chi dovrebbe guidare il governo Renzi invita il Pd a metterci "la faccia" Fabrizio Barca? "Non ho capito qual è il suo progetto. Ci vedremo". Nichi Vendola sul Quirinale "ha sbagliato": "inaccettabile insistere su Rodotà davanti alla disponibilità di Napolitano". Renzi apre al presidenzialismo: "Spero - dice - che questa sia stata l'ultima volta di un capo dello Stato eletto in questo modo", "perché non coinvolgere direttamente i cittadini evitando questo tifo da stadio?".
MARINI: NEL PD POTENTATI PIU' CHE IDEA DI PARTITO - C'è un "dilagare di opportunismo che ha toccato il nostro partito". Lo ha detto Franco Marini a 'In mezz'orà. Un opportunismo che "tocca larghissimamente il gruppo dirigente". E' un "partito dove si sono rafforzati più i potentati che una idea larga di partito".
"Renzi è uno che ha un livello di ambizione sfrenata, a volte parla e non si sa quello che dice, cerca solo i titoli sui giornali. Se non modera questa ambizione finisce fuori strada". Questo il duro giudizio di Franco Marini sul sindaco di Firenze.
"Io sono stato vittima del mio partito allo sbando", ha aggiunto Marini parlando della vicenda del Quirinale. Durante il programma l'ex presidente del Senato ha lanciato dure accuse contro il partito e il gruppo dirigente. A una domanda di Lucia Annunziata sulle varie 'rottamazioni' che ci sono state nel partito, da D'Alema a Veltroni, Marini ha replicato puntualizzando che i due, invece, "sono dentro e sono anche attivi e hanno preso parte al lavoro di questi giorni".
"Il Pd deve recuperare credibilità, l'ha persa tutta e non so come ci si possa sedere accanto a interlocutori e leggergli negli occhi" la domanda se si possono fidare, ha detto Marini. A chi gli chiedeva se fosse ancora del partito ha risposto di sì.
Per il sindaco di Salerno, Vincenzo De Luca, in merito alla situazione del Pd, "è davvero insostenibile il senso di vergogna, di umiliazione, la rabbia delle migliaia di militanti che hanno assistito impotenti al disastro politico di questi giorni. E' il fallimento di tutto un gruppo dirigente. E' la conseguenza di un correntismo irresponsabile". A questo punto si tratta di "ricostruire dalla macerie". "Non tollereremo più di essere quelli che muoiono di lealta", è il monito di De Luca.
"Sono stati giorni molto difficili ed amari. Ed in un momento in cui il Paese ha problemi gravi i partiti ed il Parlamento non dovevano dare questo spettacolo. Ieri è stato un giorno bello perché grazie alla disponibilità e alla generosità di Giorgio Napolitano abbiamo un Presidente della Repubblica eletto con tanti voti, che il popolo ama e che saprà aiutarci ad uscire da questa fase difficile amato e condiviso. Indubbiamente il nostro partito ha dato una cattiva prova di se'". Lo ha detto Rosy Bindi, a 'L'intervista' di Maria Latella su SKY Tg24, commentando le votazioni per il Quirinale.
Il sindaco di Salerno denuncia "una totale separazione dai territori e dai problemi reali" e parla "della perdurante mancanza di scelte su nodi politici di fondo e sulla idea di partito. E' stata una sofferenza osservare dalle nostre città, dai nostri quartieri, dalle nostre comunità colpite da una crisi feroce le immagini che la politica nazionale offriva". Secondo De Luca "la realtà vera del Pd non è fatta di quelli che si propongono ogni giorno, in modo ossessivo e insopportabile, e a volte senza che rappresentino nulla, sul palcoscenico mediatico nazionale. La realtà vera, ampiamente maggioritaria, è fatta di militanti, amministratori, cittadini che lavorano in silenzio, che fanno prevalere il senso di partito sul gusto del presenzialismo; che disprezzano il correntismo; che spesso hanno rinunciato a esprimere dissenso verso le decisioni della segreteria per pure ragioni di lealtà".
A giudizio di De Luca "oggi, di fronte a un partito in macerie, che in intere aree del Paese e del Sud è del tutto inesistente, e che ha perduto il rispetto della gente, occorre voltare pagina e prendere un'iniziativa forte, che aiuti a recuperare le ragioni vere di esistenza del Pd.
L'agenda politica e programmatica del Pd, la formazione del gruppo dirigente, devono partire dai territori. E' questo il primo elemento di un cambiamento radicale ormai ineludibile. L'alternativa non è tra palude burocratica e modernismo inconsistente". Secondo il sindaco di Salerno "l'obiettivo è realizzare un partito vivo, aperto, fatto di militanza, rigore e sobrietà, fra valori proclamati e coerenza di vita, liberato dalle forme di presunzione storica e dalle illusioni di superiorità morale contraddette dalla realtà. Un partito nel quale si rispettino le regole e si proceda allo smantellamento del correntismo. Un partito di donne e di uomini liberi, non di portaborse. E, soprattutto, un partito radicato nella terra, non sospeso per aria, e utile a migliorare le condizioni di vita e di lavoro della gente. Un partito, infine, in grado di suscitare passione, speranza, nuove idealità".