Le consultazioni di Giorgio Napolitano per la formazione del nuovo governo cominceranno stamattina con i presidenti delle Camere per concludersi alle 18,30, quando entrerà nello studio del presidente la delegazione del Pd. E' quanto emerge dal calendario delle consultazioni diffuso dal Quirinale. Amato in pole per la premiership.
FORNERO, IMPOSSIBILE UNA MIA RICONFERMA - "Non è possibile". Così il ministro del Lavoro Elsa Fornero risponde, nel corso di un forum del Sole 24 Ore, alla domanda se sia ipotizzabile una sua riconferma alla guida del dicastero. Fornero riconosce di "non essere un ministro popolare" avendo "fatto due riforme, molto più apprezzate all'estero" che in patria.
di Giovanni Innamorati
Niente formule, quanto piuttosto un modello che viene dal recente passato, e cioé dal voto all'unanimità su alcuni provvedimenti del governo Monti, come l'ultima Legge di Stabilità (o Finanziaria) dove i due relatori di Pd e Pdl lavorarono in sintonia. E' questo il governo prospettato oggi dal Presidente della Repubblica Napolitano nel discorso di insediamento davanti alle Camere. Un governo che potrebbe nascere già in settimana, in attesa della Direzione del Pd, il partito che ancora si contorce nelle proprie contraddizioni ma che è essenziale per la nascita dell'esecutivo.
E proprio la necessità di non indebolire troppo i Democratici, per evitare rischi in parlamento all'esecutivo, guiderà Napolitano nella scelta del premier, anche se il Capo dello Stato ha in mente sempre il nome di Giuliano Amato. E nel Pd sta anche circolando in queste ore la voce di una candidatura di Matteo Renzi che potrebbe arrivare sul tavolo della direzione di oggi, anche se il diretto interessato smentisce:"Non éipotesi ora in discussione". Parlando della natura dell'esecutivo, Napolitano ha invitato a "non correre dietro alle formule" (governo di larghe intese, di scopo, del presidente, ecc). E poi c'é l'esortazione al realismo: "qualunque prospettiva si sia presentata agli elettori - ha detto alle Camere - non si possono non fare i conti con i risultati complessivi delle elezioni. Essi indicano tassativamente la necessità di intese tra forze diverse per far nascere e per far vivere un governo". Quindi l'esecutivo deve nascere, cioé deve avere la fiducia di Senato e Camera, ma deve poi "vivere", cioé portare avanti il programma che ha nei documenti dei dieci Saggi un punto di partenza. E allora quando gli esponenti del Pd andranno alle consultazioni sottolineeranno che una loro spaccatura in Parlamento toglierebbe respiro al governo.
E anche il Pdl insisterà affinché il governo sia appoggiato dalla Lega. In tal senso gli auspici sono che Napolitano non indichi Giuliano Amato (indigesto al Carroccio e a una consistente parte del Pd) finora ritenuto il candidato preferito dal Presidente della Repubblica. Questi vuole nomi autorevoli all'estero almeno in alcuni dicasteri chiave (Tesoro, Esteri Difesa), oltre che per la poltrona di Presidente del Consiglio. Per la casella principale Napolitano, si ragiona in ambienti parlamentari, potrebbe anche prendere in considerazione il nome "istituzionale" di Pietro Grasso, presidente del Senato o anche del ministro uscente dell'Interno, Annamaria Cancellieri, che si è fatta apprezzare dal Quirinale. Altro nome circolato é quello di Giuseppe De Rita, il più autorevole dei sociologi italiani.
Allora Mario Monti potrebbe andare agli Esteri, Fabrizio Saccomanni all'Economia, mentre tra gli "entristi" del Pd (quelli favorevoli ad una presenza diretto nell'esecutivo) non dispiace l'idea dell'impegno dei 'grandi vecchi', come Massimo D'Alema o Walter Veltroni, slegati dalle bagarre del Congresso. Il Pdl chiederà che nel governo entrino politici ai massimi livelli, a partire da Angelino Alfano, mentre è difficile un bis di qualche ministro del Governo Berlusconi (Nitto Palma, Mariastella Gelmini). Per quanto riguarda la Giustizia il Cavaliere ha detto ai suoi di non attendersi che Napolitano assegni al Pdl il dicastero, ma di sperare in un nome di garanzia. E quello di Luciano Violante non sarebbe sgradito.