Per la prima volta a Milazzo (Messina) un cittadino si è rivolto ai giudici per denunciare la Raffineria (di proprietà dell'Eni e della Kuwait Petroleum Italia) a causa delle esalazioni che negli ultimi anni hanno invaso la città. Fortunato Currò, 50 anni, spiega i motivi: "Siamo stanchi di doverci chiudere in casa per sfuggire agli odori nauseabondi emanati dalla fabbrica". Attraverso i legali Antonio Giardina e Roberto Di Pietro, Currò chiede in sede civile un risarcimento dei danni, patrimoniali e non, per un importo pari a 250 mila euro. "Non chiedo solo il risarcimento del danno - dice - ma, soprattutto, un'azione inibitoria che faccia cessare questa situazione ormai insopportabile che minaccia il diritto alla salute: chi subisce questo stato di cose, non deve necessariamente accusare una patologia conclamata e accertata da un certificato medico o da una cartella clinica. Gli odori condizionano la vita di ognuno, sia in termini relazionali che di godimento della proprietà privata". L'iniziativa è condivisa anche da alcuni tecnici e da esponenti dell'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) ed è sostenuta politicamente da Verdi, in particolare dal vice-coordinatore regionale Giuseppe Marano. Dopo l'azione di Currò centinaia di cittadini stanno adottando la stessa strategia. (ANSA).
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